Cronache

Stanza nello studentato negata a trans. Per il giudice non fu discriminazione

La corte di appello di Trento si è espressa nella causa tra una persona transgender e una società immobiliare

Stanza nello studentato negata a trans. Per il giudice non fu discriminazione

Per la corte di appello di Trento la Toxon spa non commise un atto discriminatorio nei confronti della persona transgender che si era vista negare una stanza in affitto a Trento in uno studentato.

L'interessato aveva avviato una causa legale nei confronti della Toxon ritenendo fossero stati posti in essere atteggiamenti discriminatori nei suoi confronti mentre la società adduceva come motivazione della scelta il fatto che la persona transgender avrebbe potuto avere posto nello studentato in qualità di studente o di studente lavoratore mentre, l'interessato, aveva deciso di non iscriversi ad alcun corso di studi dopo un periodo di incertezza.

Il giudizio di primo grado aveva condannato la società immobiliare operante nell'area di Trento stabilendo un risarcimento di 10mila euro a favore dell'accusa nel rispetto della normativa in materia di divieto di discriminazione nell'accesso a beni e servizi (tra cui la locazione) per motivi di genere. La corte di appello ha, però, ribaltato il giudizio di primo grado in quanto non vi sarebbe stato "alcun intento discriminatorio da parte della Toxon e non vi fosse in concreto, oggettivamente, alcuna discriminazione in ragione dello stato personale dell'interpellata, emerge in tutta chiarezza".

La società, in una nota, ha dichiarato la propria posizione affermando che l'accusa "riteneva, erroneamente, che l'alloggio non fosse stato offerto alla persona in questione non tanto perché non iscritta ad alcun corso di studi, ma in quanto transgender e, pertanto, richiedeva il pagamento dei danni morali ed altro".

Per l'avvocato della persona transgender, invece, "La Corte d'appello non ha compreso cosa è successo e come ha funzionato la discriminazione.

Si sta valutando come reagire e se presentare ricorso in Cassazione, ma riteniamo che la sentenza non sia condivisibile, anche per via delle ampie motivazioni precedenti".

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