Sgarbi quotidiani

Lo Stato di diritto e lo Stato del Fico

Il potere che assume il presidente della Camera è arbitrario nei correttivi che propone. C'erano una volta i favoriti del re

Lo Stato di diritto e lo Stato del Fico

Come si può interpretare democraticamente il potere nell'assoluto arbitrio? La vicenda dei vitalizi manifesta una prepotente ambiguità che si evidenzia nel passaggio dalla precedente legislatura alla presente.

Perché i partiti di maggioranza di allora discussero a lungo e invano una legge che, votata alla Camera, non ottenne la conferma al Senato? Perché quello che ora può decidere, in un minuto, un Ufficio di presidenza, allora richiese un lungo dibattito? E perché può valere per i deputati quello che, ad oggi, non vale per i senatori? Forse una camera è «più uguale» di un'altra, in un sistema di «bicameralismo perfetto»?

E non basta. Il potere che assume il presidente della Camera è arbitrario anche nei correttivi che propone. Fico si è attribuito una facoltà che nessuna norma gli consente. C'erano una volta i favoriti del re. Nella Spagna del Siglo de oro erano i cosiddetti validos: privilegiati al di sopra delle leggi, godevano i benefici più disparati. Sulla faccenda del taglio dei vitalizi alla Camera Fico non è da meno. Un apposito consiglio ristretto valuterà infatti le richieste dei nonnini della Repubblica che non vorranno adire le vie legali per non vedersi la pensione ghigliottinata. Chi vorrà potrà chiedere uno sconto di pena, a patto che, ovviamente, accetti la sacra cerimonia: genuflessione, giuramento di fedeltà, bacio dell'anello. Regrediamo, così, felicemente, dallo Stato di diritto allo Stato di grazia del Fico.

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