Cronache

Strage via D'Amelio, 4 arresti "Paolo Borsellino ostacolava la trattativa tra Stato e mafia"

Nuovo passo nelle indagini per la strage di via D'Amelio. In manette 3 boss e un pentito. Il pm Marino: "È un punto di partenza"

Strage via D'Amelio, 4 arresti "Paolo Borsellino ostacolava la trattativa tra Stato e mafia"

A ormai dieci anni dalla strage di via D'Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992 e in cui persero la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, nuovo passo nelle indagini: questa mattina sono finite in manette quattro persone. 

Il gip di Caltanissetta ha infatti emesso un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di tre boss mafiosi: il presunto mandante Salvino Madonia, già in carcere, e i due esecutori Vittorio Tutino e Salvatore Vitale. Arrestato anche il pentito Calogero Pulci, accusato di calunnia aggravata perché nel processo "Borsellino Bis" incolpò ingiustamente Gaetano Murana, di aver partecipato alle fasi esecutive dell’attentato. Madonia avrebbe invece preso parte al summit in cui si decise la morte del magistrato. Negato l'arresto per una quinta persona - l'uomo a cui Spatuzza si rivolse per sistemare i freni della Fiat 126 - su cui la procura indaga per favoreggiamento aggravato.

Per la prima volta in un processo di mafia viene inoltre contestata l'aggravante di avere agito anche per fini terroristici. Dalle indagini emerge che Borsellino venne ucciso perchè percepito dal boss Totò Riina come un "ostacolo" alla trattativa con lo Stato. Uccidendo il giudice e il collega Falcone, la mafia voleva "rivitalizzare" con una sanguinaria esibizione di potenza la trattativa. "La tempistica della strage è stata certamente influenzata dall’esistenza e dalla evoluzione della così detta trattativa tra uomini delle Istituzioni e Cosa nostra", si legge negli atti della procura, "Dalle indagini è altresì risultato che della trattativa era stato informato anche il dott. Borsellino il 28 giugno del 1992. Quest’ultimo elemento aggiunge un ulteriore tassello all’ipotesi dell’esistenza di un collegamento tra la conoscenza della trattativa da parte di Borsellino, la sua percezione quale ostacolo da parte di Riina e la conseguente accelerazione della esecuzione della strage"

Per il sostituto procuratore della Dda di Caltanissetta, Nicolò Marino, però, "questa indagine non costituisce un punto d’arrivo dell’inchiesta, ma di di partenza anche per i magistrati di Caltanissetta, anche per quelli che verranno dopo di noi!.

Commenti