Cronache

Strage di Erba, Azouz: "Ecco perché accusai Olindo e Rosa"

Azouz Marzouk è tornato in Italia, nel corso della strage avvenuta nel 2006 perse la moglie Raffaella, il figlio Youssef e i suoceri: per l'uomo Rosa e Olindo non sono i veri colpevoli

Strage di Erba, Azouz: "Ecco perché accusai Olindo e Rosa"

Sono passati 13 anni dal massacro passato agli onori delle cronache come la strage di Erba. In quel tragico episodio, l'oggi 40enne Azouz Marzouk perse la moglie Raffaella, il figlioletto Youssef e i suoceri. Era l'11 dicembre 2006. Per i giudici, i colpevoli del misfatto hanno già un nome: Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa della famiglia di Marzouk. Questi è recentemente tornato in Italia ed ha rilasciato alcune dichiarazioni al settimanale Giallo diretto da Andrea Biavardi.

Azouz Marzouk ha dichiarato: "Ho riletto e studiato tutte le carte dei processi per la strage di Erba, in cui ho perso Raffaella, la mia prima moglie, e mio figlio Youssef. Ebbene, una cosa mi è parsa subito strana. Il giudice dispose il nulla osta per la cremazione di Paola Galli, mia suocera, quando ancora non era conclusa l'indagine e mentre i Romano avevano ancora la difesa d'ufficio".

Azouz ha continuato spiegando come nutra dei dubbi su alcuni elementi del caso. Ad esempio, perché il giudice non ha aspettato eventuali accertamenti riguardo quanto riferito sopra? L'uomo non comprende il motivo di tanta fretta, a suo dire. Ci sono poi ulteriori circostanze che non convincono il 40enne: "In secondo luogo, mi chiedo perché abbiano dato ordine di distruggere i reperti legati al caso, che comunque uno dei più controversi degli ultimi decenni".

Tutto ciò è bastato a far dichiarare ad Azouz Marzouk che Rosa e Olindo non sarebbero i veri autori della strage. L'uomo ha spiegato come all'epoca accusò lui stesso i coniugi Romano soltanto perché fu il suo avvocato a consigliargli di agire in tal modo, al fine di tirarsi fuori dalla vicenda.

Marzouk ha spiegato come all'epoca si trovasse nei guai a causa dei problemi derivanti dallo spaccio di droga ed avrebbe seguito le disposizioni del suo difensore, consistenti nell'assecondare in tutto e per tutto l'accusa.

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