Cronache

Strage Rapido 904, Totò Riina assolto: "Non ha commesso il fatto"

Il capo di Cosa Nostra, per cui era stato chiesto l'ergastolo, non fu il mandante della "strage di Natale"

Strage Rapido 904, Totò Riina assolto: "Non ha commesso il fatto"

Il boss Totò Riina è stato assolto dall'accusa di essere il mandante della strage del Rapido 904. Alle 19.08 del 23 dicembre 1984, un ordigno, piazzato all'interno del treno che da Napoli avrebbe dovuto raggiungere Milano, esplode, uccidendo 16 persone e ferendone 267. La bomba deflagra nella galleria ferroviaria che si trova nei pressi della stazione di Vernio, in provincia di Firenze. Quella tragica giornata è passata alla storia delle cronache italiane come "la strage di Natale". Ed è la prima di stampo terroristico mafioso in Italia, anche secondo la pubblico ministero Angela Pietroiusti, che aveva chiesto l'ergastolo per l'unico imputato come mandante della strage il boss Totò Riina.

Il primo processo, del 1989, finì con la condanna all'ergastolo di Pippo Calò, il cosiddetto cassiere della mafia e i suoi collaboratori Guido Cercola e Franco D'Agostino, e di Friederich Schaudinn, artificiere tedesco.

Nel 2011 la procura di Napoli chiese l'arresto di Riina, già detenuto nel carcere di Parma, dopo le condanne ai vari ergastoli per le stragi che portarono alla morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino del 1993, poiché ritenuto il mandante di quella del Rapido 904. L'inchiesta passò allora alla procura di Firenze per competenza territoriale, che nel gennaio 2013 chiese il rinvio a giudizio per il boss di Cosa Nostra. Durante le udienze di questo nuovo processo, che oggi si è concluso, il Capo dei Capi è stato sempre collegato con l'aula bunker in videoconferenza dal carcere. "Me lo fanno sapere...

male o bene" aveva detto Riina, in videoconferenza dal carcere di Parma dove è detenuto, facendo sapere all'aula che si sarebbe ritirato, non assistendo quindi alla sentenza che, però, lo ha assolto.

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