Cronache

Strenua lotta al colesterolo

Un anticorpo monoclonale può evitare interventi cardiochirurgici maggiori

Il colesterolo elevato è riconosciuto come un fattore di rischio maggiore per le patologie cardiovascolari. Si stima che in Italia queste malattie provocano circa 185 mila morti ogni anno e rappresentano il 30% di tutte le cause di decessi. Sono un vero flagello.

Per questo ogni miglioramento terapeutico nella lotta al colesterolo è di grande importanza soprattutto se i risultati delle sperimentazioni sono superiori alle aspettative. Proprio nei giorni scorsi la Commissione Europea ha approvato un nuovo farmaco (evolocumab) per il trattamento dei pazienti adulti con ipercolesterolemia primaria (familiare) o dislipidemia mista. Questo innovativo trattamento farmacologico va aggiunto alla dieta e somministrato in combinazione con statine o con altre terapie ipolipemizzanti nei pazienti che non riescono a raggiungere i target ottimale di colesterolo (C-LDL). La società farmaceutica statunitense Amgen ha precisato che questo principio attivo è il primo inibitore al mondo del PCSK9, oggi disponibile per il trattamento dei pazienti affetti da ipercolesterolemia non controllata e che necessitano, quindi, di un'ulteriore riduzione dei livelli di colesterolo. É un anticorpo monoclonale completamente umano che inibisce una proteina che riduce la capacità del fegato di eliminare il C-LDL, il cosiddetto colesterolo «cattivo», dal sangue, uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare. Amgen è la prima società al mondo nel campo delle biotecnologie per fatturato, numero di dipendenti, investimenti in Ricerca & Sviluppo. Nata nel 1980 per iniziativa di un gruppo di ricercatori californiani, si è affermata grazie alla clonazione del gene dell'eritropoietina umana e per la messa a punto di processi su scala industriale per la produzione di farmaci biotecnologici in ambiti quali l'oncologia, le malattie renali e l'osteoporosi. L'attività di R&S di nuovi farmaci, focalizzata sulle terapie innovative per patologie gravi per le quali non esistono cure, costituisce il principale fattore di crescita dell'azienda, che conta oggi 17.000 dipendenti e ricavi per 18 miliardi di dollari. É attiva in 50 Paesi.

«Siamo a un punto di svolta nella lotta alle malattie cardiovascolari con questa terapia biologica destinata a pazienti ad alto e altissimo rischio che meritano di avere a disposizione un farmaco che può cambiare la prognosi della loro malattia», afferma Francesco Di Marco, amministratore delegato di Amgen Italia. «Le malattie cardiovascolari hanno generato costi pari a 18,3 miliardi, si tratta circa dell'11% della spesa sanitaria nazionale complessiva. Abbassare efficacemente il colesterolo cattivo significa poter evitare eventi cardiochirurgici maggiori come interventi di bypass che possono arrivare ad un costo di 18.500 euro oltre alle spese per ricoveri e riabilitazione». Gli studi che hanno portato alla approvazione di questo nuovo farmaco in Europa hanno dimostrato riduzioni sostanziali consistenti dei livelli elevati di colesterolo LDL nel sangue con vantaggi addizionali anche sugli altri parametri lipidici. In uno studio il 94% dei pazienti ha raggiunto il target di colesterolo consigliato inferiore ai 70mg/dL, mentre in media il C-LDL è sceso dal 55% al 75% rispetto al placebo. L'Italia ha partecipato alla sperimentazione di questo nuovo farmaco sia per i pazienti coinvolti sia per il numero e la qualità dei Centri di ricerca, oltre 39 distribuiti in tutta la penisola per un totale di dieci studi clinici.

Collaborare ad un così vasto programma di sperimentazione dimostra la validità della ricerca italana e la qualità della partnership tra pubblico e privato in grado di attrarre investimenti nei nostri centri di eccellenza.

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