Cronache

Stupro di Rimini, altra denuncia "Spinta al muro e palpeggiata"

La denuncia di una coppia di Varese: "Ci hanno seguito. Al mio ragazzo hanno dato un pugno in faccia". L'identikit potrebbe portare alla stessa banda di maghrebini che stuprò la coppia polacca

Stupro di Rimini, altra denuncia "Spinta al muro e palpeggiata"

Era il 12 agosto quando una coppia di turisti di Varese ha vissuto a Rimini lo stesso incubo che ha investito i due polacchi, picchiati e stuprati da una banda di belve maghrebine. Lucia e Marco, i nomi sono di fantasia, stavano tornando a casa dopo una serata in discoteca quando sono stati assaliti da un gruppo di immgrati, forse gli stessi autori dell'orribile stupro in spiaggia.

"Appena imboccata la strada che porta al mare, vicino alla discoteca, abbiamo notato due soggetti che ci seguivano in maniera sospetta — racconterà Lucia ai carabinieri in una denuncia, come raccontato dal Corriere —. Temendo che potessero farci del male, ci siamo divisi e io ho iniziato a correre prendendo le vie limitrofe mentre Marco mi seguiva a distanza". Non è detto che dividersi fosse una buona idea, ma comunque i due varesotti sono stati raggiunti dalla banda e aggrediti. "I due (che la seguivano, Ndr) sono stati raggiunti da altre persone che provenivano dalla parte opposta. Uno di questi è venuto da me e io ho iniziato a gridare aiuto ma l’uomo, minacciandomi con una bottiglia di vetro, mi ha costretto contro un muro e ha iniziato a palpeggiarmi su tutto il corpo. Io continuavo a urlare e così lui ha smesso perché stavo attirando l’attenzione dei residenti".

La banda però è riuscita comunque a portare a casa i 200 euro che Marco portava con sé nel portafogli. "È stato raggiunto dagli altri tre - racconta Lucia - che lo hanno colpito con un pugno al volto e gli hanno preso il portafogli, l’orologio e il cellulare".

Sono gli stessi autori dello stupro ai dann della ragazza polacca? Gli investigatori non sono ancora sicuri. Le bande potrebbero essere due. Le volanti della polizia e dei carabinieri hanno sul cruscotto le foto dei prim quattro sospettati, ma nelle stanze delle forze dell'ordine gira un elenco di almeno 15 nomi. Tutti nordafricani, ma non è ancora chiaro se si tratti di alis delle stesse persone o se il gruppo sia più numeroso di quanto ci si attende. Lucia intanto è certa di poter fornire un dentikit del suo aggressore: "Etnia africana, altezza circa un metro e ottanta, piuttosto robusto, indossava un cappellino con visiera e una felpa con cappuccio, correva in modo anomalo". Gli altri tre? "Due avevano la carnagione olivastra e uno bianca, giovani, parlavano bene l’italiano. Sarei in grado di riconoscere quello che mi ha toccata, mentre Alex potrebbe riconoscere solo uno degli altri tre". Come spega il Corriere, la descrizione di due aggressori collima con quella fornita dai due polacchi.

Mentre per altri due l'identikit sarebbe diverso.

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