Politica

Siamo tutti conservatori (se occorre)

Sui temi cruciali dell'immigrazione dai Paesi musulmani, dell'accoglienza dei profughi, dell'integrazione dell'islam e dell'emergenza migranti, la sinistra inizia a proporre soluzioni e offrire riflessioni che ricalcano - a volte persino superano - le posizioni dell'area di pensiero "conservatrice"

Siamo tutti conservatori (se occorre)

Non diremo che Matteo Salvini, alla fine, le sue ragioni ce le ha. Non diremo che molti editorialisti e opinionisti del nostro Giornale l'avevano previsto. Non diremo che tanti intellettuali e politici ascrivibili a quella eterogenea e confusa galassia che va sotto il nome di «destra» da tempo ci mettono in guardia. E non diremo che la gente comune - la piazza - ce lo ripete ogni giorno, da giorni e giorni.

Quello che diciamo, semplicemente, è che sui temi cruciali dell'immigrazione dai Paesi musulmani, dell'accoglienza dei profughi, dell'«integrazione» dell'islam e dell'emergenza migranti, la sinistra inizia a proporre soluzioni e offrire riflessioni che ricalcano - a volte persino superano - le posizioni dell'area di pensiero «conservatrice». Che poi, come spiegava in un'intervista su queste colonne pochi giorni fa Giovanni Sartori, non è una questione di destra o sinistra, ma soltanto di buon senso. E il buon senso dice che «è un'illusione quella di poter integrare pacificamente un'ampia comunità musulmana, fedele a un monoteismo teocratico che non accetta di distinguere il potere politico da quello religioso, con la società occidentale democratica», faceva notare il politologo (non certo «di destra») fiorentino.

E anche un liberal come Luca Ricolfi, in un illuminante editoriale domenica sul Sole-24 ore, ha ammesso che è stato necessario il vergognoso capodanno di Colonia (ma solo perché le vittime sono state delle donne, l'unica «minoranza» più «minoranza» dell'islam) per risvegliare bruscamente «non solo l'opinione pubblica e i media, ma anche una parte dell'intelligentsia progressista, improvvisamente privata della possibilità di minimizzare, reinterpretare e in definitiva girare la testa dall'altra parte».Sembrava impossibile, eppure alla fine è successo. È successo che l'Ue facesse una retromarcia sui «migranti», ripensando il dogma buonista delle porte aperte a tutti (fatti due conti economici, adesso si scopre che per prevenire i massicci e destabilizzanti flussi migratori è meglio investire per l'assistenza nei Paesi da dove fuggono i profughi, cioè «a casa loro»).

Alla fine è successo che l'Inghilterra imponga alle donne musulmane immigrate di imparare l'inglese o saranno espulse. Alla fine la stessa Merkel ha dovuto rivedere pesantemente la sua ottimistica politica dell'accoglienza. Alla fine è successo che sempre più Paesi europei, dalla Danimarca alla Slovenia, ripensino l'apertura delle frontiere...

Come si dice, meglio alla fine che mai.

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