Cronache

Superenalotto: non sempre i milionari sono i più felici

Chi diventa ricco vincendo al superenalotto non sempre diviene felice, anzi, per uno su tre la qualità della vita peggiora drasticamente

Superenalotto: non sempre i milionari sono i più felici

Vincere una cifra record al superenalotto non sempre è motivo di felicità per i fortunati. Sembra paradossale, ma a volte una vittoria alla lotteria può peggiorare la vita di una persona. Pare che l'antico adagio "i soldi non fanno la felicità" abbia un fondo di verità dopotutto. A rivelarlo alcuni studi recenti che spiegano come coloro che si ritrovano ad essere improvvisamente ricchi a causa di una vittoria, non sempre la loro vita cambia in positivo.

Secondo i dati raccolti dalla Società italiana di psicologia pubblicati su Vanity Fair negli ultimi mesi, per un vincitore al superenalotto su tre, la vita peggiorerebbe in maniera drastica e, talvolta, preoccupante. Per la precisione, lo sventurato cadrebbe nella cosiddetta "depressione post-vincita" patologia conosciuta anche col nome di "sindrome da ricchezza improvvisa". Questa sindrome comporterebbe effetti e sensazioni negative molto simili a quelli che si provano a causa della perdita di un lavoro, di una persona cara o poco dopo il pensionamento.

Secondo gli studiosi, tale patologia porterebbe a deliri di onnipotenza causati dalla grande somma di denaro vinta alla lotteria: un'ondata di stimoli positivi che portano in poco tempo all'assuefazione. Quando una persona viene sconvolta da un evento positivo quale una vincita milionaria, in poco tempo sentirebbe la voglia di ricercare nuovi piaceri e successi; l'animo del soggetto colpito diverrebbe sempre più edonista, atto alla ricerca di piaceri sempre più grandi, scivolando in un vero e proprio circolo vizioso.

Antonio Cerasa dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia nucleare del Cnr ha spiegato come tale status possa comportare un'unica conseguenza: la depressione, in quanto "il nostro cervello, che non è programmato per una stimolazione di tale intensità, va in autodistruzione".

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