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Svolta rossa della Lega

Svolta rossa della Lega

Sulla crisi venezuelana il governo italiano si schiera ufficialmente dalla parte del dittatore comunista Nicolas Maduro, degno erede di Hugo Chavez, e non riconosce il moderato Juan Guaidó come legittimo presidente. È una posizione anomala rispetto a quella dei paesi occidentali che ieri ha preso forma nella votazione al Parlamento europeo dove leghisti e Cinquestelle si sono astenuti sulla mozione, approvata a grande maggioranza, che riconosce Guaidó come unico e legittimo presidente ad interim del Venezuela. Il voto dei Cinque Stelle, da sempre simpatizzanti dei rivoluzionari comunisti - anche di affamatori e torturatori dei loro popoli quale è Maduro - non desta sorpresa, quello della Lega contraddice la sua storia e, penso, il sentire dei suoi elettori.

Salvini che si schiera - usando la vigliacca tecnica dell'astensione - a fianco di un dittatore, per di più comunista, è un prezzo davvero alto da pagare sull'altare della tenuta di un governo che si muove in modo sempre più incomprensibile e pericoloso. Perché è vero che la politica estera poco interessa e poco scalda i cuori degli elettori italiani, ma è vero anche che un Paese senza politica estera chiara e coerente non ha futuro. C'è una regola non scritta secondo la quale la politica estera, indipendentemente dall'interesse che suscita, domina sempre la politica interna e che anche i migliori programmi di quest'ultima non si possono portare a termine con successo se non dentro una rete, fuori dai confini, di alleanze e amicizie chiare e solide.

Un Paese occidentale che si isola dai suoi vicini e si schiera con i nemici dell'Occidente prima o poi, purtroppo più prima che poi, pagherà dazio in tutti i campi, a partire da quelli economici. Di Battista e i suoi amici sono liberissimi di avere tra i loro miti un sanguinario come Maduro, piuttosto che i movimenti rivoluzionari africani o i talebani. Meno comprensibile è che ci sia chi permette loro di trascinare l'Italia in avventure giovanilistiche e vetero-sessantottine. La politica estera non è un gioco per adulti mai cresciuti e l'Italia non è un giocattolo a loro disposizione. L'Europa in quanto a dittatori e socialismo reale ha già tragicamente dato.

Grazie, ma anche no ribattere quelle strade.

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