Cronache

Telethon: "Troppi pregiudizi Vivisezione irrinunciabile"

La direttrice generale di Telethon, Francesca Pasinelli, boccia le campagne contro la sperimentazioni dei farmaci sugli animali: "L’uomo viene prima di tutto". SONDAGGIO Cosa ne pensi? Di' la tua

Telethon: "Troppi pregiudizi Vivisezione irrinunciabile"

«C’è troppa polemica sulla vivisezione. Ma provare su un modello animale un farmaco prima di arrivare sull’uomo è necessario e inevitabile». A Francesca Pasinelli, direttrice generale di Telethon, non piacciono le campagne contro la sperimentazione dei farmaci sugli animali. Dice: «Va tutelata innanzitutto la salute del paziente, è una questione di priorità».

Ma lei sa a quante crudeltà vengono sottoposti gli animali? Ci sono scimmie private del sonno per settimane o cani a cui vengono spezzati gli arti senza anestesia per capire se un farmaco funziona.
«Ma questo è puro sadismo. Sembrano delle favole, li vorrei vedere con i miei occhi questi esperimenti, è ovvio che non sono accettabili. Per quanto ne so io, c’è un rigidissimo controllo per non causare sofferenza agli animali. Diffondendo queste notizie si fa di tutt’erba un fascio e si butta via il bambino con l’acqua sporca».

Però la fabbrica di beagle che nascono e muoiono nelle gabbia senza vedere la luce è una realtà e non una favola. Ed è realtà pure la gabbia zeppa di scimmie destinate alla vivisezione che abbiamo visto in tv.
«Bisogna chiarire. Ci sono i test tossicologici da effettuare. E purtroppo si devono trattare cronicamente gli animali con dei farmaci. Solo quando a loro non fanno male si sperimentano sull’uomo».

Però anche la Ue spinge per utilizzare metodi alternativi.
«Ma sono complementari non sostitutivi: una cellula singola non è un organismo intero, così come una simulazione non prevede tutte le variabili con cui un organismo può reagire a un trattamento. Il farmaco va testato su un essere completo. E prima dell'uomo ci sono gli animali».

Quanti fondi di Telethon hanno finanziato progetti con sperimentazione sugli animali?
«Il 40% dei fondi sono impiegati in studi clinici, direttamente sul paziente. Tutti gli altri studi sono effettuati su cellule isolate e dei 214 progetti solo in 28 casi si utilizzano modelli animali».

Questo prova che ci sono alternative all’uso di animali.
«Benché sia auspicabile sostituire nelle procedure l’uso di animali vivi con altri metodi, la comunità scientifica internazionale ritiene che il loro utilizzo continui ad essere necessario».

Però ci sono molti casi in cui il farmaco funziona sull’animale e non sull’uomo.
«Ci sono stime. Nel 70% i modelli animali e quelli umani sono compatibili».

Non si dovrebbe puntare di più sui test delle cellule umane, le staminali o i tessuti umani?
«Non ritengo l’uomo un modello sperimentale di prima battuta».

Nel vostro sito appaiono dei numeri: 2351 progetti, 326 milioni spesi negli ultimi 5 anni, 459 malattie finanziate. Ma alla fine i farmaci realizzati sono uguale a zero.
«Abbiamo 20 terapie in corso e un farmaco definitivo sperimentato su 14 bambini. Realizzare un farmaco è una cosa lunga».

Signora, lei animali?
«Ho una gatta».

E la sottoporrebbe a sperimentazione?
«No. Fa parte della famiglia...

».

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