Cronache

Il teologo critico sull'islam: "Il progetto di Maometto è politico"

Islam e politica nel pensiero dell'islamologo vicino a Benedetto XVI. Intervenuto durante un simposio, ecco tutte le critiche di padre Samir. Il progetto di Maometto sarebbe politico. I cristiani dovrebbero aiutare i muslmani ad attraversare una rinnovata fase di liberalismo teologico

Il teologo critico sull'islam: "Il progetto di Maometto è politico"

Padre Samir Kamhil Samir è un teologo critico sulla commistione tra fede e politica nell'islam. Consigliere stretto di Benedetto XVI ai tempi del pontificato del tedesco, Samir sarebbe stato allontanato dal Vaticano per l'incompatibilità tra le sue tesi e quelle del papa regnante. Una teoria che è stata tuttavia smentita dal diretto interessato.

Durante i giorni appena trascorsi, l'islamologo ha partecipato a un convegno dedicato alla sua figura. In occasione di quell'evento, Ratzinger ha inviato un messaggio elogiativo, nel quale ha scritto:"Mi ricordo bene di un’occasione, – era allora a Castel Gandolfo – in cui ci ha spiegato i problemi dell’islam, con molto realismo e donandoci il giusto orientamento. Si vede con chiarezza che Lei non desidera che servire la verità, che sola ci può aiutare".

Un evento celebrativo, in virtù del quale sembrerebbe essere stato lo stesso papa emerito a segnalare, nel citarli, l'esistenza e/o la persistenza di "problemi" con la religione musulmana.

Vediamo meglio cosa ha detto padre Samir. "L’Islam, a differenza del cristianesimo - ha esordito il teologo gesuita - non è solo una religione: è una totalità. È questo la sua forza e il pericolo. Può diventare un impero, una dittatura, perché niente sfugge all’islam: l’economia, la politica, l’aspetto militare, il rapporto uomo-donna, i gesti precisi nella preghiera, il modo di vestirsi, tutto! Tutto è islamico!".

Poi l'accento sugli aspetti ritenuti più problematici: "Mescolare politica e religione - ha puntualizzato Samir - è successo a tutte le religioni, in alcuni periodi. Spesso i musulmani mi criticano dicendo: “E allora, le crociate?”, aggiungendo cose inesatte e non vere. Io rispondo: “Tu stai parlando di una fase della storia, ma andiamo alla radice. Prendi il Vangelo, e trovami un solo passo in cui Gesù dice ‘combattetele, uccideteli, non fateli fuggire’, come sta scritto nel Corano...".

Ecco, quindi, il riferimento diretto al piano originario dell'islam:"A chi mi viene a dire: "Ma allora, tu ti sottometti a lui, al musulmano!". Rispondo: "No, io supero la provocazione, per aiutarlo a capire: è la visione evangelica di Cristo, il suo progetto originale. Invece, il progetto originale di Maometto è un progetto politico, che usa sì la religione e la fede – ma è politico. L’islam non è capace di distinguere le due dimensioni. Ci sono tendenze che vogliono dissociare politica e religione, ma vengono criticate. Viene detto loro che quanto da loro portato avanti <<non è l’Islam>>".

Samir, come riportato su AsiaNews, ha poi citato il susseguirsi di periodi di "liberalismo islamico". A questi bisognerebbe guardare per innescare un processo dialettico sempre più edificante. "I cristiani - ha puntualizzato il teologo gesuita - devono aiutare i musulmani (ed altri gruppi religiosi o ideologici) a ricordare questi principi: non è un principio solo cristiano, è un principio umanistico. Siamo tutti “italiani”, “umani”, uomo e donna. Io non ho autorità sulla donna, né una donna ha autorità su di me. Tutti siamo sotto una sola autorità, quella della legge e – se si crede – sotto quella di Dio".

Samir ha infine definito il salafismo come "la piaga" del mondo islamico. "In questi gruppi, c’è una visione per cui non si distingue fra il settimo secolo e il ventunesimo. Ciò che era valido allora lo è oggi. Eppure sono passati 14 secoli, e ora la mentalità è cambiata, e cambia giorno per giorno", ha chiosato il sacerdote che, anche questa volta, non ha nascosto la sua visione del mondo.

Necessario, quindi, dialogare con "gli amici musulmani", ma aiutandoli ad affermare il primato culturale e teologico delle correnti liberali.

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