Cronache

Termini, la stazione centrale di Roma in mano al malaffare

Biglietterie e bacomat i punti preferiti da chi vuole derubare turisti e passeggeri. Un "lavoretto" che può fruttare fino a 10mila euro al mese tra scippi, furti e accattonaggio

Termini, la stazione centrale di Roma in mano al malaffare

Alla stazione Termini di Roma sono valse a poco le lunghe file di transenne che impediscono l’accesso a chi è senza biglietto nella zona di sosta dei treni. La misura di sicurezza pensata per dividere la zona partenze dalla zona shopping (frequentata quotidianamente da almeno 450mila visitatori) infatti non ha fatto desistere l’esercito di illegali che si mescolano tra i viaggiatori.

A Termini quotidianamente scattano un paio di manette, centinaia di documenti visionati, segnalazioni e pattuglie che vedono impiegati fino a cinquanta agenti al giorno. I dati, incredibili eppur veri, sono sotto gli occhi di tutti e potrebbero rendere lo scalo ferroviario romano il posto più sicuro d’Italia per quantità di servizi e arresti se non fosse che spesso l’agente di turno si ritrovi a fermare la stessa persona portata in tribunale magari il giorno prima.

Gli addetti alla sicurezza ormai li riconoscono uno per uno, identificandoli già dai travestimenti che i delinquenti adottano per passare inosservati. Inosservati per lo sguardo del visitatore occasionale che non coglie il mondo sommerso che infesta Termini, ma di certo non per chi deve occuparsi dei mantenere la stazione un luogo sicuro.

Un esempio sono le “finte hostess”. Quasi tutte di origine romena, tra i 15 e i 20 anni gestiscono una vera e propria “caccia al passeggero”. I preferiti per i loro borseggi sono gli asiatici che, di solito, sembrano i più disorientati.

“Aspettano all’entrata della stazione, fronte piazza dei Cinquecento, e puntano ai bersagli facili: i turisti stranieri. Si avvicinano e in un inglese elementare chiedono se possono aiutarli, li scortano fino alle biglietterie automatiche. Qualche indicazione poi la mano si allunga per il dazio. Se non ci sono divise in giro, portafogli o valigia spariscono”, conferma uno degli addetti (vero) delle biglietterie.

L’altro crocevia del malaffare sono gli sportelli dei bancomat. E contro l’onda dei borseggiatori che inizia già dall’alba per qualche guardia giurata presente è quasi impossibile affrontarli tutti. Al massimo può avvisare i poliziotti che stazionano sui binari e che subito dopo riescono ad allontanare queste ragazze, la maggior parte proveniente dai campi nomadi.

Non sono mai da sole. A coordinarle c’è sempre un uomo molto più grande di loro”, ci rivela il proprietario di un chiosco di giornali interno alla stazione, che aggiunge: “Qui tutti i giorni e a tutte le ore è un inferno. Di borseggiatrici e borseggiatori ne fermano come minimo dieci al giorno, ma c’è poco da fare dopo averli identificati e senza flagranza di reato o foglio di via, sono liberi in poco tempo”.

Questo nonostante la contromisura delle transenne, ideata proprio per arginare il fenomeno dei borseggi. Molteplici le segnalazioni di passeggeri derubati o importunati, il più delle volte anche in modo aggressivo.

D’altronde non potrebbe essere altrimenti. Il “lavoro” alla stazione Termini non manca di certo per questi professionisti del borseggio. Con 24 binari e 450mila persone che ogni giorno vi transitano, va alla grande per tutti.

Le nomadi minorenni, scaltre e rapide come pochi altri concorrenti, arrivano a guadagnare somme con picchi fino ai 10mila euro al mese, solo tra accattonaggi e scippi. Due di loro vennero sorprese a gennaio in via dei Condotti dai poliziotti mentre passeggiavano con due grosse buste di Gucci a tracolla. All’interno scarpe da 500euro a paio, in tasca decine di banconote di grosso taglio e delle quali non hanno saputo spiegare la provenienza.

Marzia, studentessa universitaria fuori sede racconta questo episodio: “Ero venuta a prendere un’amica e, mentre stavamo scendendo per prendere la metro, imbocchiamo le scale mobili dal lato di via Marsala e ci avviciniamo alla macchinetta dei biglietti automatici. Veniamo letteralmente accerchiate da tre ragazzine e due adulti, ovviamente rom. Una delle ragazzine insiste: “Dammi moneta di resto, dammi moneta di resto”. La mia amica le dice: “Dammi lo dici a casa tua, io non ti devo dare niente. Ora lasciami in pace e vai via”.Nel giro di sue secondi siamo stati accerchiate dai due adulti che con aria stizzita ci dicono: ” Perché tu trattare male bambina, tu bambina non parli così… Dai i soldi a bambina”. Ma la storia non finisce qui. Perché di fronte al rifiuto di sottostare alla richiesta e alla minaccia di rivolgersi ai carabinieri, esplode la reazione dei rom. "La tizia – racconta ancora Marzia – si avvicina e tra i denti sibila: “Tu chiami carabinieri? Io seguire ora te, io vedere dove stai! Io venire a casa tua!”. E nel sottofondo si sente la bambina che dice “tanto non mi potete fare niente, tanto non mi potete fare niente!”.

Grazie alla tolleranza avuta fino ad ora dal “diplomatico” sindaco Ignazio Marino, i nomadi rubano, scippano e minacciano senza limiti i poveri turisti, ma anche i tanti romani che si vedono braccati e inseguiti nell’inferno di Termini.

E per quanto vogliano o possano i poliziotti e i controllori Atac possono fare davvero poco contro quest’orda ormai divenuta ingovernabile.

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