Cronache

Test per l'Eliseo, Sarkò sorpassa Le Pen

L'Ump davanti al Front national. I socialisti in calo lanciano segnali per una nuova alleanza «anti Marine»

Test per l'Eliseo, Sarkò sorpassa Le Pen

Ha vinto la destra. Ma non l'estrema destra, bensì la destra dell'Ump, la destra di Sarkozy: Nicolas è tornato, e ha vinto. «Largamente» dicevano ieri sera i primi risultati delle elezioni «dipartimentali» di Francia, che sono l'equivalente delle nostre provinciali: quasi il 30 per cento al partito dell'ex presidente, che salirebbe al 32 con gli alleati; il 24,5 per cento per il Front National, il 20-21 per cento per i socialisti di Hollande (25 con gli alleati).

È stato per tutti un test, questo primo turno. Un'altra elezione locale sul lungo cammino della corsa all'Eliseo, nel 2017. E per ora il primo punto è stato segnato dall'uomo del ritorno, Sarkò. Il bis - dicono queste prime urne - sembra avere una chance. Eccome. Il ciclone Marine Le Pen - tanto temuto, tanto osteggiato dalla nomenclatura di Francia - un po' meno. Perché per Sarkozy i risultati avrebbero superato le aspettative, per Marine le avrebbero invece ridimensionate: i sondaggi prevedevano un testa a testa tra l'Ump e il Front, dati fra il 28 e il 30 per cento (mentre i socialisti erano dati fra il 20 e il 26). Però a urne chiuse entrambi hanno gridato vittoria: «Il voto massiccio per il Front National, che si radica elezione dopo elezione, mostra che i francesi vogliono ritrovare la libertà» ha detto Marine Le Pen, sottolineando che gli avversari hanno più punti grazie alle alleanze e chiedendo le dimissioni del premier Valls; «l'alternanza si è ormai messa in moto» ha esultato Sarkò, chiaramente intendendo l'alternanza alla maison più prestigiosa di Francia, l'Eliseo. Il terreno per la Reconquista è pronto. E ha assicurato che per il ballottaggio di domenica prossima «non ci sarà alcun accordo locale» con gli avversari né di destra né di sinistra, forte però dell'assist di Valls: «Stasera l'estrema destra non è il primo partito in Francia - sono state le sue prime parole dopo gli exit poll - i partiti della Repubblica hanno tenuto», e ha aggiunto di essersi «impegnato personalmente» per il risultato. Tutti contro Marine, insomma, anche se Sarkozy può festeggiare, e i socialisti molto meno. Perché sì, Valls gongolava che la Le Pen non avesse trionfato, ma certo Hollande non ha vinto. Era già prevista una debacle, per l'uomo che all'Eliseo detiene il titolo poco invidiabile di presidente più impopolare della Quinta Repubblica: è riuscito a risalire nei sondaggi giusto in occasione delle celebrazioni dopo la strage di Charlie Hebdo . Unité sì, ma poi di nuovo oublié . E i numeri che lo separano dalla destra sembrano confermarlo. Se si considera il successo del Front alle Europee dell'anno scorso, in pratica a Hollande e soci resta una sola, flebile speranza: le regionali di fine anno. I numeri del voto sono imponenti: ridisegnati 96 dipartimenti più cinque d'Oltremare (la sinistra ne controllava 60), un totale di 4.108 consiglieri da eleggere (in nome del politicamente corretto: per la prima volta si sceglie un binomio uomo-donna), 43 milioni di cittadini chiamati alle urne, praticamente ovunque tranne che a Parigi e a Lione. Un primo, grande spettro: l'astensione. Superato, visto che comunque è andata meglio che nel 2011: ha votato un francese su due.

Ma per il Front e per l'Ump è stato un vero pre-scontro presidenziale. Marine Le Pen voleva testare il suo successo dopo il trionfo alle Europee e i buoni risultati alle municipali, e ci è riuscita solo in parte: mancato il sogno di diventare il primo partito. Sarkozy voleva riprendersi le redine del suo partito, e della Francia.

E per ora ci è riuscito.

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