Cronache

Trento, a 4 anni muore di malaria senza andare in zone tropicali

Un caso di "malaria autoctona" in Trentino. I medici: "Mai successo in 30 anni". La bimba morta a Brescia: si è ammalata senza mai andare in zone tropicali dove è diffusa la malaria

Trento, a 4 anni muore di malaria senza andare in zone tropicali

Ammalarsi di malaria restando in Italia. È quello che è successo a Sofia Zago, una bimba di appena 4 anni ricoverata nei giorni scorsi all'ospedale Santa Chiara di Trento.

"È la prima volta in trent’anni di carriera che assisto ad un caso di malaria autoctona in Trentino", dice al Corriere Claudio Paternoster, primario di malattie infettive del nosocomio. Una malattia "autoctona" perché la piccola l'ha contratta senza aver effettuato viaggi nelle aree tropicali o sub tropicali dove la trasmissione è più facile: era stata sì al mare, ma a Bibione (Venezia) con i genitori. Dopo essere ricoverata in gravi condizioni nel reparto i terapia intensiva pediatrica di Brescia, la piccola è morta ieri.

Quando la piccola ha accusato i primi malori, nessuno - né i genitori Marco Zago e Francesca Ferro, né i medici del Santa Chiara - sospettava malaria. Poi, dopo una settimana di febbre alta.

La malattia contratta in ospedale?

Sarebbero ora in corso indagini sul ricovero, sempre nell'ospedale trentino, di due bambini che avevano contratto la malattia in Africa e che poi erano guariti. I piccoli erano ricoverati nello stesso periodo della bimba, in ospedale per diabete. È raro che la patologia venga trasmessa da persona a persona, ma gli inquirenti stanno indagando anche su questa ipotesi.

La malaria viene trasmessa dalla puntura di zanzare appartenenti al genere Anopheles, diffuse soprattutto in zone tropicali. In particolare, Sofia è morta a causa di una malaria cerebrale", la forma più grave della malattia trasmesso dal Plamodium Falciparum, la specie più aggressiva del protozoo parassita che innesca la patologia.

Il parere degli esperti

"Per la nostra conoscenza non esistono in Trentino e in Italia vettori idonei alla trasmissione della malaria", ha spiegato Paternoster, "È stata un’estate caldissima e con i cambiamenti climatici in atto non si può escludere l’adattamento di qualche specie. Andranno prelevati campioni di zanzare e esaminati. L’Italia è stato un Paese malarico fino agli anni ‘50. Poi con le bonifiche delle paludi la malattia si è estinta. Tuttavia il Trentino, per la sua latitudine, non ha mai avuto problemi nemmeno nel passato remoto".

"È un caso criptico, rarissimo", dice all'Agi Giovanni Rezza, medico epidemiologo e responsabile del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, "Criptico perché questa malattia viene trasmessa da un certo tipo di zanzara che in Italia non c'è ed è ignota allora la modalità di trasmissione. So che la piccola non è stata all'estero. A questo punto, occorre attendere l'indagine epidemiologica. Visto che in Italia la zanzara non esiste, la trasmissione allora può avvenire con contatto sangue nel sangue e quindi da qualcuno che ha già contratto il virus.

Ma ora non sappiamo nulla sulla modalità di trasmissione e, sottolineo, questi sono casi davvero molto rari".

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