Cronache

Trovato un terzo dna sui resti di Pamela. Ma per gli inquirenti è contaminato

Il caso si complica. Trovate tracce di un terzo Dna. Ma per gli inquirenti potrebbe trattarsi di "contaminazione" e non del Dna di una persona coinvolta nell'omicidio

Trovato un terzo dna sui resti di Pamela. Ma per gli inquirenti è contaminato

Il caso di Pamela Mastropietro si arricchisce di un nuovo particolare. Le indagini sui resti del corpo della giovane donna hanno rilevato la presenza di un terzo Dna, sconosciuto agli inquirenti. A trovare questo nuovo elemento genetico, i carabinieri del Ris di Roma. Una terza persona coinvolta nell'orrendo delitto? Dalle prime notizie, la risposta potrebbe essere negativa. Secondo le informazioni avute da Agi, si tratterebbe di una traccia "da contaminazione".

Secondo gli inquirenti, è una traccia dovuta al possibile contatto dei resti di Pamela con una superficie o altri oggetti su cui già era già presente quel Dna. Non sembra esserci quindi una nuova pista nell'inchiesta. E per adesso, gli accusati di concorso in omicidio volontario e vilipendio e occultamento di cadavere restano i nigeriani Desmond Lucky, 22 anni, e Lucky Awelima, 29 anni. L'affittuario dell'appartamento dove è avvenuto l'efferato delitto, Innocent Oseghale di 29 anni, è in carcere con la sola accusa di vilipendio e occultamento di cadavere. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato lui a trasportare i due trolley contenenti i resti della giovane ragazza per poi abbandonarli in un tratto della provinciale di Pollenza, nel Maceratese.

Finora i profili genetici di cui si aveva conoscenza era quelli di Oseghale, e quelli di un tassista, che il 29 gennaio aveva accompagnato la vittima dalla stazione ferroviaria ai giardini Diaz, e che si era intrattenuto sessualmente con lei. Il terzo Dna non è stato ancora identificato. E gli investigatori del Comando provinciale dei carabinieri di Macerata, insieme agli esperti del Ris e del reparto operativo, stanno lavorando per dare un nome e un volto alla persona del profilo genetico rilevato.

Secondo gli inquirenti, non è da escludere che la presunta contaminazione del cadavere sia avvenuta nelle fasi immediatamente successive al ritrovamento dei resti umani nei due trolley. Potrebbe essere anche una persona del tutto estranea al caso. Così come non si può escludere che la 'cosiddetta contaminazione sia dovuta al contatto dei resti di Pamela con qualcosa presente all'interno dell'appartamento. Potrebbe anche essere qualcuno che era passato per l'appartamento e che ha lasciato una "traccia". Il lavoro per gli inquirenti è complesso e potrebbe richiedere anche parecchio tempo. Errori, in questo caso, possono essere fatali.

E serve la massima cautela.

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