Cronache

La truffa a Salvini: soldi agli immigrati

Hanno vinto i grillini: reddito di cittadinanza anche agli stranieri

La truffa a Salvini: soldi agli immigrati

Detto così sembra un paradosso o una provocazione, ma Matteo Salvini potrebbe trovarsi a breve a dover mettere la sua firma, se vuole tenere in piedi il governo, in calce a una legge che elargisce stipendi pubblici a circa duecentomila immigrati. Questo, al momento e nonostante la smentita di Di Maio, prevede infatti il testo del decreto sul reddito di cittadinanza tanto voluto dai grillini. E per di più secondo i costituzionalisti non potrebbe essere diversamente perché chi risiede nel paese da cinque anni ha maturato gli stessi diritti degli italiani.

Porti chiusi ma portafoglio apertissimo sarebbe davvero una beffa per il leader della Lega. Di più, sarebbe una contraddizione logica e politica probabilmente in grado di spezzare il feeling in atto tra lui e ampi strati dell'opinione pubblica. Ma al di là di come andrà a finire il solo rischio «reddito agli immigrati» è l'esempio più macroscopico di come i soci di questa maggioranza siano tra di loro inconciliabili. E di come, fuori dal perimetro (a noi caro) della sicurezza la Lega rischi di subire un clamoroso cappotto con gravi danni per milioni di italiani. È vero, le navi dei clandestini non attraccano più o comunque molto meno di una volta, ma in compenso Salvini ha avallato il taglio delle pensioni del ceto benestante e il blocco di quelle medio basse; non è riuscito a fermare l'avvio della fatturazione elettronica, ennesima tagliola per commercianti, artigiani e consumatori; la legge per la maggiore autonomia di Lombardia e Veneto è impantanata e di fatto non vedrà mai la luce alla faccia dell'esito trionfale del referendum chiesto proprio dalla Lega. Se ci aggiungiamo l'aumento della pressione fiscale generale (altro che flat tax) e che la Lega sta per cadere nel tranello Cinquestelle sul taglio degli stipendi ai parlamentari (un modo per distrarre dai problemi veri e innescare un braccio di ferro mediatico per accalappiare i voti degli allocchi) non mi pare proprio che, al netto di una efficace propaganda, il bilancio di Salvini possa dirsi nei fatti lusinghiero come appare dai sondaggi.

Pensavo che la crescita di Salvini, e la decrescita di Di Maio, dovesse coincidere con quella del nostro benessere e delle nostre libertà. Se invece, come al momento pare, non dovesse essere così, o essere addirittura il contrario, allora fermi tutti.

Non potrà mai essere il nostro Capitano.

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