Cronache

Tumore alle vie biliari, paziente salvato dall'elettrochemioterapia

Era affetto da un gravissimo tumore, il colangiocarcinoma, e sembrava non esserci più alcuna speranza. Eppure un salentino di 73 anni è stato salvato dall'elettrochemioterapia

Tumore alle vie biliari, paziente salvato dall'elettrochemioterapia

L'ospedale "Ferrari" di Casarano - Comune in provincia di Lecce - è destinato ad entrare nella storia della medicina. Qui, infatti, nel mese di giugno è stato effettuato il primo intervento al mondo alle vie bililari mediante l'impiego di elettrochemioterapia. A beneficiarne un salentino di 73 anni affetto da un gravissimo tumore, il colangiocarcinoma. L'uomo era stato giudicato inoperabile dai medici del Niguarda di Milano poichè la massa neoplastica era di dimensioni notevoli, ben 10 centimetri e nemmeno le metodiche più recenti e meno invasive - la termoablazione per esempio - avrebbero potuto dare buoni risultati.

Tornato in Puglia ormai privo di speranze, il paziente è stato indirizzato dagli oncologi del nosocomio di Gallipoli al dottor Roberto Chiavaroli, noto infettivologo ed epatologo con alle spalle una lunga esperienza nel campo dell'ecografia interventistica e autore di quello che può essere considerato un vero e proprio miracolo. In accordo con il primario di chirurgia dell'ospedale casaranese, Ruggero Iandoli, l'anziano ha varcato la soglia della sala operatoria.

L'elettrochemioterapia o elettroporesi è una tecnica all'avanguardia impiegata nel trattamento di tumori al fegato, al pancreas e per tutti quelli viscerali ed inoperabili. Nella zona colpita dal cancro vengono inseriti aghi elettrodi che, collegati ad un generatore, creano un campo magnetico e trasmettono impulsi elettrici. Questi ultimi stimolano le cellule ad aprire i propri pori nei quali si inietterà successivamente un chemioterapico a basso dosaggio. Il medicinale, una volta all'interno delle cellule tumorali, agirà nei mesi successivi all'infusione senza intaccare quelle sane.

L'intervento è andato a buon fine e il paziente si sta rimettendo. L'infettivologo, dal suo canto, continua a lottare affinché tale metodica venga finalmente standardizzata nella Asl di Lecce dove ancora non esiste un servizio di epatologia interventistica.

Nonostante ciò Chiavaroli nei ritagli di tempo - dovendo infatti garantire i turni nei reparti infettivi - ha effettuato oltre 250 termoablazioni, operazioni simili all'elettroporesi con ricadute positive sul territorio in termini sia sanitari che economici.

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