Cronache

La Turchia scippa a Bari le ossa di San Nicola «Trovate in una chiesa»

La scoperta a Demre: «Abbiamo le prove». Ma in Puglia assicurano: «Traslate qui da secoli»

La Turchia scippa a Bari le ossa di San Nicola «Trovate in una chiesa»

I suoi resti sono custoditi da 930 anni nella cripta della basilica a lui intitolata. Da quando 62 marinai baresi si imbarcarono alla volta di Myra, in Turchia, per prenderli e portarli in Puglia. Da allora ogni anno migliaia di persone raggiungono la città per rendergli omaggio. Cattolici e ortodossi. Perché San Nicola rappresenta da sempre la sintesi perfetta fra occidente e oriente. Adesso però la geografia di questo culto potrebbe cambiare per sempre. Un gruppo di archeologi turchi avrebbe infatti scoperto che le ossa del vescovo non hanno mai lasciato il Paese a bordo di una caravella. Si troverebbero a Demre, una città nata proprio dalle rovine di Myra, precisamente nella chiesa a lui intitolata nel distretto di Antalya. Mentre quelle conservate a Bari, diventate parte integrante dell’identità e della storia di un’intera città, in realtà apparterrebbero a un sacerdote. La notizia è stata diffusa dal quotidiano turco Hurryet e attraverso la Bbc è già rimbalzata in mezzo mondo. La scoperta si deve a un team impegnato da circa tre mesi sul posto. Il direttore dei lavori ha raccontato la scoperta di una sezione speciale della chiesa, che potrebbe nascondere la tomba di San Nicola. «Il tempio sotto il pavimento della chiesa è in buone condizioni - ha detto -, crediamo che finora non sia stato danneggiato. Ma è difficile entrarci perché i sono delle pietre con motivi: dovrebbero essere stratte una a una e poi rimosse». Ma gli studiosi non demordono e sono certi che proprio lì sotto ci potrebbero essere i veri resti del vescovo. Un’ipotesi che, secondo loro, sarebbe confermata anche da alcuni documenti. «Li abbiamo studiati tutti, dal 1942 al 1966 - prosegue -, c’erano alcune note che spiegavano come questa chiesa fosse stata prima demolita e poi ricostruita». Secondo gli studiosi, i 62 marinai baresi avrebbero sottratto le ossa proprio durante la ricostruzione. E potrebbero aver sbagliato, impossessandosi in realtà di quelle di un semplice sacerdote. Affinché questa tesi diventi una certezza saranno necessari nuovi approfondimenti. Che sarebbero già cominciati, con l’ausilio di tecnologia d’avanguardia: scanner ct e georadar. Ma mentre a Bari già si comincia a tremare, in Turchia l’entusiasmo è alle stelle. «Gli occhi del mondo saranno puntati su di noi - va avanti il responsabile del team -. Siamo sicuri che San Nicola sia in questo tempio e che non abbia subito danni. Siamo all’ultimo stadio. Se riusciremo a ottenere risultati il turismo nella zona potrà godere di un grande slancio». Mentre quello del capoluogo pugliese potrebbe subire danni irrimediabili. Intanto dalla Puglia arrivano le prime rassicurazioni: «Abbiamo notizie certe della traslazione delle ossa. Ora ci aspettiamo notizie scientificamente certe», taglia corto il vicedirettore della basilica, Giovanni Distante. La posta in gioco è altissima: milioni di euro portati ogni anno da pellegrini, turisti e semplici curiosi.

E l’immagine di una città che da circa mille anni si identifica con il suo santo.

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