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Secondo l'Ue non si possono discriminare coniugi omosessuali

Per la Corte la libertà di circolazione vale anche per le coppie dello stesso sesso

Secondo l'Ue non si possono discriminare coniugi omosessuali

Che i Paesi europei riconoscano o meno i matrimoni omosessuali poco cambia. Per l'Unione Europea discriminare una coppia sposata - di qualsiasi orientamento sessuale essa sia - è sbagliato e a dirlo è l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Ue, Melchior Wathelet, parlando nello specifico del ricongiungimento familiare.

La libertà di soggiorno di un coniuge gay non può essere impedita da Stati che non riconoscono i matrimoni tra persone omosessuali. Questo dice l'Unione Europea, in particolare riferendosi al caso di un americano e un rumeno, Robert Clabourn Hamilton e Relu Adrian Coman, che dopo avere convissuto negli Stati per quattro anni si erano poi sposati a Bruxelles nel 2012.

Fin qui nessun problema, fino a quando Coman aveva cercato di ottenere i documenti necessari perché Hamilton potesse lavorare in Romania e soggiornarvi in modo permanente. Carte che a Bucarest nessuno voleva dare perché secondo la legislazione locale i due non si potevano considerare una coppia sposata.

Coman e Hamilton si erano poi rivolti alla Corte Costituzionale romena, che aveva chiesto un parere alla Corte di giustizia Ue, perché alla base della questione c'era la direttiva comunitaria sulla libertà di circolazione, secondo cui il coniuge di un cittadino europeo può raggiungerlo laddove soggiorna.

Wathelet ha precisato oggi che non è previsto un rinvio al diritto dei singoli Stati relativamente alla direttiva, che la questione ha poco a che fare con la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e che riguarda invece proprio la libertà di circolazione. Che dunque - posto il fatto che le sue parole non impegnano la Corte, ma piuttosto forniscono una soluzione giuridica al caso - gli obblighi che arrivanno alla Ue vanno rispettati, anche quando i coniugi sono due uomini.

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