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Gli ultrà dell'euro-dittatura

Napolitano, Prodi e Monti sul referendum in Gran Bretagna: "Bisogna impedire ai cittadini di votare su questioni importanti". È la prova che considerano tutti sudditi

Gli ultrà dell'euro-dittatura

In democrazia la maggioranza ha sempre regione, il che non significa necessariamente che la ragione sia in maggioranza. Questo corto circuito logico ha probabilmente ispirato la famosa massima di Winston Churchill: «La democrazia è la peggior forma di governo eccezion fatta per tutte le altre». E ciò dovrebbe bastare a chiudere le polemiche sulla legittimità del referendum con il quale un milione di inglesi ha cambiato, approvando la Brexit, il futuro di seicento milioni di cittadini europei. E invece no, a gente come Giorgio Napolitano, Mario Monti e Romano Prodi la cosa proprio non va giù. E non mi stupisco. Mario Monti è uno che è diventato senatore senza essere stato eletto. Lo ha preteso, a vita, come indennizzo per aver accettato di fare il presidente del Consiglio, ovviamente senza passare dalle urne. Entrambe le nomine gli furono assegnate da Napolitano, uno che inorridisce alla sola idea di fare votare i cittadini. Tanto che, durante i suoi due mandati al Quirinale, solo uno dei quattro primi ministri da lui insediati, guarda caso Silvio Berlusconi, fu indicato dal popolo. Gli altri tre, Monti, Letta e Renzi, li scelse lui in combutta non si sa bene con chi.

Anche noi ieri abbiamo ironizzato sul fatto che, grazie al suffragio universale, i contadini delle campagne inglesi hanno beffato tutti questi professoroni che si riempono la bocca di diritti e libertà, salvo frignare quando sono loro a rimanerne vittime. E gli va pure bene, visto che fino a non molti decenni fa il popolo incavolato non usava il voto ma i forconi. Hanno perso, i Monti e i Napolitano, esattamente come Napoleone a Waterloo. Oggi l'imperatore d'Europa non abita più a Parigi, ma a Bruxelles e ha la faccia arrogante di un lussemburghese, il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, capo di un'armata incapace di burocrati che è la principale responsabile della sconfitta. E che, invece di scegliere l'esilio volontario all'isola d'Elba, insiste a voler avere ragione e a dettare legge. La prossima volta speriamo finisca a forza addirittura a Sant'Elena, che di là, come insegna la storia, non si torna più indietro.

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