Cronache

Usa, Il Cga di Palermo prende tempo: sentenza sul Muos di Niscemi rinviata

L’attesissimo verdetto dovrà aspettare l’arrivo di una documentazione mancante. Tensione Italia-Stati Uniti in attesa della decisione finale

Usa, Il Cga di Palermo prende tempo: sentenza sul Muos di Niscemi rinviata

Il Consiglio della giustizia amministrativa di Palermo (Cga) prende tempo. La decisione di oggi doveva essere di quelle che possono cambiare il corso delle relazioni tra Italia e Stati Uniti: era attesa la sentenza definitiva sul Muos, l’impianto di controllo militare satellitare americano nella base di Niscemi, definito dal Tar non a norma per motivi sanitari e ambientali.

Molti attivisti del comitato No Muos si sono trovati a Palermo ma è stato impedito loro l’accesso all’udienza da parte di poliziotti della Digos. La Corte ha richiesto l’acquisizione di un documento che non aveva agli atti, ossia la Valutazione d’incidenza. La sentenza sarà depositata entro settembre a partire da oggi.

Rimane dunque ancora in sospeso l’esito di una vicenda che sta già indisponendo da mesi la Casa Bianca, soprattutto da quando il Tar ha definito appunto “abusivi” i lavori. Al Tar sono seguiti altri due stop della giustizia italiana: quelli del Tribunale di Caltagirone, che ha posto sotto sequestro l’impianto, e del Tribunale del Riesame, che ha confermato le disposizioni. Era stato il ministero della Difesa italiano a presentare ricorso contro la decisione del Tar con appello al Cga di Palermo: la massima autorità amministrativa della Sicilia avrebbe dovuto emettere oggi il suo verdetto.

Nei giorni scorsi il consolato americano a Napoli aveva fatto sapere che, in caso di un ennesimo “no” al Muos da parte dei giudici italiani, la vicenda sarà gestita dagli Stati Uniti “con minore pazienza”. Nell’eventualità in cui il Cga dovesse confermare i rilievi del Tar, per il governo Renzi si aprirebbe una strada irta di difficoltà: come accontentare gli Stati Uniti rispettando la giustizia italiana?

Il Muos di Niscemi è costato finora 63 milioni di dollari.

Fa parte di un progetto di comunicazione militare satellitare planetaria che comprende, oltre a Niscemi, altre tre stazioni di terra: in Virginia, nelle Hawai e in Australia.

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