Cronache

Utero in affitto, Zingaretti dà ragione alle femministe, ma il Pd è diviso

I partiti di governo rispondono sì all'appello delle femministe contro la maternità surrogata. Ma nel Pd c'è ancora chi difende l'utero in affitto

Utero in affitto, Zingaretti dà ragione alle femministe, ma il Pd è diviso

Prima è arrivato il no del leader grillino Luigi Di Maio, poi quello di Matteo Renzi e alla fine anche quello del segretario del Dem Nicola Zingaretti. Anche se il Pd, sul tema, è tutt’altro che unito.

Poco importa, per ora le femministe possono cantare vittoria. La petizione lanciata su change.org dalla scrittrice e giornalista Marina Terragni e firmata da 120 donne per chiedere ai leader dei partiti di governo di condannare definitivamente la pratica dell’utero in affitto ha ottenuto il risultato sperato. L’esecutivo giallorosso boccia la pratica della gestazione per altri, sull’onda della decisione analoga del nuovo governo spagnolo, che ha inserito il no alla maternità surrogata addirittura nel suo programma politico.

"Mina i diritti delle donne, soprattutto le più vulnerabili, mercificando i loro corpi e le loro funzioni riproduttive", afferma la sinistra spagnola. "Chiediamo che anche il nostro governo di sinistra esca dall'ambiguità sulla questione dell'utero in affitto e si impegni a sostenere e mantenere il divieto di maternità surrogata, nonché a intraprendere tutte le azioni politiche necessarie a ostacolare il ricorso delle nostre concittadine-i a questa pratica all’estero", è stato quindi l’appello delle femministe. Associazioni come Arcilesbica, Se non ora quando – Libere, e nomi illustri come quello di Cristina Comencini, Simonetta Matone, Giovanna Melandri, Susanna Tamaro, Paola Tavella e Livia Turco, che hanno chiesto a Pd, M5S e Italia Viva di prendere una posizione netta.

A parole la condanna è arrivata, ma nei fatti sono molti gli esponenti di sinistra che negli anni hanno fatto ricorso a questa pratica, in barba alla legge italiana e alle sentenze della Corte Costituzionale. Un caso su tutti, quello di Nichi Vendola, che nel 2016 ha avuto un figlio facendo ricorso alla maternità surrogata. Non solo. Sulle dichiarazioni del segretario del Pd è intervenuta subito Monica Cirinnà, madrina della legge sulle unioni civili, che ha sottolineato come a proposito della cosiddetta "gestazione per altri" nel Pd ci siano "posizioni diverse che vanno rispettate". "Per me un bambino non deve mai pagare per il modo in cui è nato", rimarca subito dopo la senatrice Dem.

E c’è un altro esponente Pd che da anni si batte contro la demonizzazione della surrogacy. È il bolognese responsabile nazionale dei diritti civili del partito, Sergio Lo Giudice."Con il compagno sposato negli Usa si è procurato a pagamento prima un bambino e poi una bambina tramite questa aberrante pratica, e si è vantato di averne ottenuto in luglio l'adozione, decisa dal presidente del tribunale dei Minorenni di Bologna, Giuseppe Spadaro", denunciano in una conferenza stampa a Modena gli esponenti di centrodestra Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella e Carlo Giovanardi. "Così – attaccano - si è sdoganato l’utero in affitto sfidando il fronte delle femministe e la sinistra europea che condannano questa abominevole pratica, che ne dice Bonaccini?".

La richiesta della portavoce delle femministe, Marina Terragni, è che ora, come in Spagna, anche il governo italiano faccia del contrasto al ricorso alla maternità surrogata uno dei suoi punti programmatici. "Non c'è solo il problema di vietare la pratica dentro il paese ma anche di ridurla a zero", spiega la giornalista intervistata dal Resto del Carlino.

Vedremo se alle parole seguiranno anche i fatti.

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