Cronache

Chi è Pell, cardinale accusato di aver coperto i preti pedofili

Fidatissimo di Papa Bergoglio, la sua poltrona trema per le accuse della Commissione nazionale d'inchiesta del governo australiano

Chi è Pell, cardinale accusato di aver coperto i preti pedofili

Gli scandali dei preti pedofili continuano a scuotere la Santa Sede. E c’è anche la piaga di chi è accusato di aver coperto e insabbiato per anni gli abusi dei religiosi sui ragazzini. Il primo fra tutti i coinvolti nel terremoto che ha investito il Vaticano è un porporato molto vicino a Bergoglio.

George Pell fa parte del C9, il consiglio di cardinali che il papa ha voluto accanto a sé nella riforma della Chiesa, e che ha nominato superprefetto della Segreteria per l'economia, salvo poi ridimensionarne le funzioni, probabilmente anche per i malumori che si sono diffusi tra i porporati nei suoi confronti. È un “ranger australiano”, aveva detto Francesco durante la conferenza di presentazione.

E, in Australia, dove fu prima arcivescovo di Melbourne, e poi di Sydney, fino a diventare la massima autorità religiosa, lo “zar delle finanze vaticane”, come è stato ribattezzato da molti giornali, è stato prima accusato di aver abusato di un chierichetto di 12 anni in un campeggio sulla Smiths Beach della Phillip, poi di aver coperto preti pedofili.

Dalla prima accusa, che lo ha travolto nell’estate del 2002 (i fatti secondo la presunta vittima si sarebbero verificati nell’estate del 1961), Pell che intato si era autosospeso, è stato assolto per insufficienza di prove. A processarlo una Corte indipendente istituita dal National Committee for Professional Standards, il Comitato della chiesa australiana preposto ai casi di violenza sessuale commessa da sacerdoti. Nel rapporto finale il giudice aveva spiegato di non aver potuto accertare la fondatezza delle accuse e aveva sostenuto la mancanza di prove in grado di sostenerle.

Ma l’accusa di aver coperto preti pedofili australiani “perseguita” Pell ancora oggi. Il cardinale, che solo qualche giorno fa ha votato assieme agli altri componenti del C9 a favore dell’introduzione del reato di "abuso di ufficio episcopale", dovrà essere a breve ascoltato dalla Commissione del governo australiano perchè accusato di aver gestito in modo inadeguato i casi di abuso sessuale, cioè di aver protetto i colpevoli, di non aver agevolato i risarcimenti alle vittime, di aver fatto il possibile per occultare le vicende.

Solo nell’agosto dello scorso anno fu chiamato a testimoniare nuovamente di fronte alla Commissione nazionale d'inchiesta. Pell, per videolink da Roma, arrivò a paragonare la chiesa a una compagnia di trasporti che non può essere considerata legalmente responsabile se i camionisti molestano autostoppiste. Lo sconcerto e l'indignazione dei gruppi di sostegno alle vittime di pedofilia del clero furono totali.

E, nelle ultime settimane, la situazione per lui non è migliorata. Peter Saunders, che oltre ad essere stato una vittima di abusi sessuali fa parte della Pontificia commissione per la tutela dei minori istituita da papa Francesco, cioè il dicastero che dovrà occuparsi della piaga della pedofilia nella Chiesa, lo ha accusato pesantemente. Gli ha dato del cinico, dell’insabbiatore e ha chiesto a Bergoglio di allontanarlo, sostenendo che sia "cruciale che venga accantonato e rimandato in Australia e che il Papa prenda contro di lui l’azione più forte", e lo ha anche definito "un sociopatico". Al centro della vicenda c’è il caso di Gerald Ridsdale, un sacerdote condannato per un numero impressionante di abusi sessuali su giovani vittime, che sarebbe stato protetto da Pell in passato.

Insomma, per lo sceriffo delle finanze vaticane, la questione è tutt'altro che chiusa.

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