Cronache

Ventimiglia, tra i quadri elettrici del treno: dove si nascondono i migranti

La polizia a Ventimiglia ha salvato in extremis due nigeriani che si erano nascosti, per la prima volta, nel minuscolo stanzino di un quadro elettrico del vagone di un treno

Ventimiglia, tra i quadri elettrici del treno: dove si nascondono i migranti

Avevano pagato 150 euro a testa per morire, ma loro non lo sapevano. Anzi, erano convinti che in quella maniera avrebbero presto raggiunto la Francia abusivamente, in una maniera talmente originale, che difficilmente avrebbero potuto essere scoperti. Protagonisti sono due migranti nigeriani salvati in extremis dalla polizia di frontiera di Ventimiglia, che li ha scovati all'interno di un minuscolo vano adibito a ricovero di quadri elettrici del vagone di un treno regionale francese, fermo alla stazione ferroviaria della città di confine e in procinto di partire alla volta di Nizza. Uno scenario da incubo, quello che si è presentato ai due agenti, che attirati da alcuni colpi sul pannello, provenienti dall'interno del ripostiglio, hanno aperto la porta, con una chiave di quelle in dotazione dei ferrovieri, trovando i due stranieri in fin di vita: uno cianotico e l'altro ormai privo di forze. Qualcuno li aveva chiusi a chiave dentro quello spazio angusto, promettendo loro che qualcuno avrebbe riaperto la porta, una volta giunti alla stazione ferroviaria di Mentone. Senza sapere, però, che i due stranieri sarebbero morti prima ancora della partenza. Quei colpi sul pannello non erano altro che l'ultima disperata richiesta di aiuto. Per fortuna, i due poliziotti, che assieme ai militari dell'esercito stavano ispezionando i convogli in sosta, hanno sentito bussare, altrimenti la vicenda sarebbe andata certamente incontro a un tragico epilogo. Con la recente riapertura della ferrovia, in seguito al raddoppio di linea sulla Ventimiglia-Genova, nel tratto tra San Lorenzo al mare (Imperia) e Andora (Savona), si è intensificato anche l'arrivo di migranti al confine. Il centro di accoglienza del Parco Roya ne ospita sempre sui 450-500, ma a questi si aggiungono quelli accolti nella chiesa delle Gianchette, un'altra ottantina, soprattutto eritrei.

Quindi, ci sono quelli autonomi che stazionano sul lungo fiume o in altri anfratti nell'immediata periferia della città.

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