Cronache

La verità sui complotti

Dopo l'inchiesta taroccata contro Renzi la sinistra «scopre» le toghe politicizzate

La verità sui complotti

È vero, c'è stato un complotto che, via babbo, voleva colpire e affondare il figlio, Matteo Renzi, primo ministro in carica all'epoca dell'agguato, più o meno un anno fa. Siamo stati tra i primi a nutrire dubbi su quell'inchiesta sgangherata del solito pm Woodcock, spalleggiato dalla solita compagnia di giro mediatica di Travaglio e soci. La spallata sporca è fallita, nei guai seri ora sono il magistrato e gli investigatori che taroccarono le intercettazioni e inventarono prove, i giornalisti che si prestarono a fare da megafono alla macchina del fango. All'appello mancano ancora i nomi dei mandanti e di tutti i complici. Renzi e i vertici del Pd chiedono di fare completa chiarezza al più presto e di punire i colpevoli. Ci associamo, ma non possiamo non ricordare alle vittime di oggi, a proposito di complotti, che proprio loro sono state i carnefici di ieri.

Sotto tiro di manovre oscure è infatti finita quella stessa sinistra che orchestrò, con l'aiuto di magistrati e giornali compiacenti, la più lunga, violenta e dura campagna di delegittimazione di un presidente del Consiglio eletto e in carica. Se per provare a disarcionare Renzi è stata falsificata una intercettazione, contro Silvio Berlusconi si arrivò a negare fatti, a manipolare corti giudicanti, ad applicare leggi in modo retroattivo, a chiedere ed ottenere la complicità di leader politici e banche estere. Il tutto sotto l'alto patrocinio del Pd e dell'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Non vengano perciò oggi Renzi e i vari Zanda (attuale capogruppo Pd al Senato) a fare le verginelle. Sono stati degli spregiudicati mascalzoni, come dei Robespierre hanno introdotto il regime del terrore e ne sono rimasti poi vittime. A differenza del rivoluzionario francese finito ghigliottinato dalla sua ghigliottina, all'ultimo l'hanno scampata per la stupidità e il dilettantismo dei contro-complottisti. E perché nessuno nel centrodestra ha fatto da sponda politica a magistrati scellerati nonostante l'occasione fosse davvero ghiotta. Non mi illudo che alla sinistra tutto ciò serva da lezione per il futuro (certa gente non cambierà mai), ma siamo orgogliosi che Berlusconi abbia deciso così. La sconfitta mantenendo i propri principi vale più di certe vittorie (truccate) a tavolino.

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