Coronavirus

"Vi dico cosa bisogna fare con l'isolamento per i contagiati"

Isolamento a sette giorni per i contagiati. Ciciliano (Cts): "Dopo una settimana diminuiscono le probabilità che un individuo possa trasmettere l'infezione"

"Vi dico cosa bisogna fare con l'isolamento per i contagiati"

Il 31 marzo termina lo stato di emergenza introdotto per affrontare la pandemia di Covid-19. E l'Italia allenterà lievemente le restrizioni. Una decisione che potrebbe sembrare fuori luogo ma che "non è azzardata, se l'alleggerimento avviene in progressione, come in questo caso", ha spiegato al Corriere della Sera Fabio Ciciliano, membro del Comitato tecnico scientifico, che il 31 marzo terminerà il mandato, data la fine dello stato di emergenza.

Ciciliiano sottolinea l'importanza dell'isolamento, che va mantenuto a sette giorni, perché "abbreviare l'isolamento significherebbe avere in circolazione più persone positive capaci di contagiare gli altri". Infatti, a cinque giorni dal contagio, il Covid-19 ha maggiori probabilità di essere ancora presente e la persona potrebbe risultare ancora contagiosa, rispetto a sette giorni: "In altre parole- precisa Ciciliano-dopo una settimana diminuiscono le probabilità che un individuo possa trasmettere l'infezione. Quindi alla luce di queste considerazioni appare utile non cambiare la durata dell'isolamento". L'isolamento, quindi, rimane a sette giorni, mentre la quarantena, applicata alle persone sane che hanno avuto un contatto stretto con un positivo, "con il nuovo decreto, lascia il passo all'autosorveglianza per tutti". L'allentamento della misura della quarantena porta inevitabilmente con sé una maggiore responsabilizzazione del singolo cittadino, che dovrà "confrontatsi con il medico di famiglia in caso di positività riscontrata a casa. È un grosso contributo individuale al controllo dell'epidemia".

Nonostante la fine dello stato di emergenza, il numero di contagi potrebbe far pensare ad un peggioramento della diffusione della pandemia in Italia. In realtà, spiega Ciciliano, "i sistemi sanitari regionali registrano nella curva una importante riduzione dei ricoveri in terapia intensiva e un modesto incremento nei reparti di degenza, prevalentemente sostenuti da pazienti non vaccinati o che non hanno completato il ciclo. A questo dobbiamo guardare". Il dato importante è la ritrovata capacità di ospedali e luoghi di cura "a dedicarsi alle malattie diverse dal Covid", perché non sempre negli ultimi due anni, caratterizzati dalla pandemia, "si è riusciti a garantire a tutti i pazienti la dovuta attenzione. È un traguardo importantissimo".

L'allentamento delle misure, con numeri di contagiati simili a quelli di queste settimane, non sarebbe mai stato possibile nelle fasi precedenti della pandemia. Eppure, tra pochi giorni, terminerà lo stato di emergenza e alcune delle misure adottate in questi due anni verranno allentate. A dare un contributo fondamentale nella lotta alla pandemia, ha spiegato Ciciliano al Corriere della Sera, è stata la campagna vaccinale, che ha difeso la "popolazione dalle forme più gravi di Covid". Ora, "il 95% degli italiani over 12 ha effettuato almeno una dose o si è immunizzato naturalmente poiché ha preso l'infezione ed è guarito da meno di sei mesi.

Con questi numeri si può pensare a un graduale, ultimo allentamento delle misure scattate lo scorso ottobre 2021 prima all'aperto e poi al chiuso".

Commenti