Cronaca locale

Un'onda di fango e detriti investe Bardonecchia. "Ora stato d'emergenza"

Bomba d'acqua sui monti, esonda un torrente. Paura ma nessuna vittima. Ingenti i danni

Un'onda di fango e detriti investe Bardonecchia. "Ora stato d'emergenza"

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Un'onda di fango e detriti investe Bardonecchia. "Ora stato d'emergenza"

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Solo nel tardo pomeriggio di ieri, si è avuta la certezza che lo tsunami di acqua e fango che ha invaso Bardonecchia, in Alta Valle Susa in Piemonte, non ha provocato una strage ma resta comunque pesante il bilancio dei danni. Un centinaio gli sfollati - rientrati nella mattinata di ieri - ospitati in alberghi e nel centro migranti, problemi alle condotte dei servizi di acqua, gas e luce e telefoni che funzionano a singhiozzo. Oltre a ciò resta la devastazione di un'immensa colata di fango e detriti che hanno travolto tutto ciò che ha trovato lungo il suo passaggio. Incalcolabili, per ora, i danni subiti da cittadini ed imprese.

L'incubo per la cittadina di 3mila abitanti - che aumentano in maniera esponenziale in inverno per gli amanti degli sport invernali e d'estate per i turisti che scelgono la montagna come meta di vacanza - è iniziato domenica verso le 21 per l'esondazione dl Rio Merdovine e dl torrente Frejus, a causa di una frana. Nel giro di un quarto d'ora molte abitazioni si sono trovate senza corrente elettrica e il centro della cittadina turistica è stato invaso da acqua e fango. Una colata del tutto imprevedibile e inaspettata, visto che in paese piovigginava appena, tanto che la piazza centrale era gremita per la festa cittadina ed i fuochi di artificio. Le zone più colpite dalla piena sono concentrate lungo via Einaudi e anche il commissariato di polizia è completamente inagibile con gravi danni al piano terra e il parco mezzi distrutto. Molti i veicoli travolti dalla corrente e trascinati fino a dieci chilometri di distanza dall'abitato di Bardonecchia.

Prima ancora di vedere il fiume di fango invadere le strade, è stato il rumore - un forte boato - ad avvertire le persone all'imminente pericolo ed a quel punto è scattato il panico. Anche perché, complice il buio, non è stato facile capire quale direzione prendere per mettersi in salvo. In molti hanno iniziato a scappare senza neppure capire cosa stava accadendo, scambiando il frastuono sordo della terra e dei sassi che rotolavano a valle in un terremoto. Nei molti video del disastro postati sul social si sentono solo grida impaurite e voci allarmate che urlano: «Via, andate via». Immediato l'intervento dei soccorsi: i vigili del fuoco, impegnati a terra con i sommozzatori per perlustrare il tratto del fiume esondato, hanno messo in salvo sei persone rimaste intrappolate a bordo di un camper trascinato a valle dalla colata di fango e detriti. Fin dalle prime ore di ieri mattina, sono scattate le operazioni di cinturazione, anti-sciacallaggio e presidio dei punti più vulnerabili.

Solo nella mattinata di ieri, quando la colata si è esaurita è stato possibile non solo monitorare e quantificare danni e disagi ma anche capire cosa fosse accaduto. La ricostruzione è stata operata nel centro congressi della città, dove è stata allestita una Unità di crisi, alla presenza dall'assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi. All'origine dell'ingente massa di fango e detriti che ha invaso Bardonecchia, ci sarebbe una bomba d'acqua in un punto remoto e molto circoscritto fra le montagne dell'Alta Valle di Susa al confine fra Italia e Francia. «Domenica sera - è stato spiegato - a Bardonecchia non pioveva. La centralina di Rochemolles ha rilevato tre millimetri di acqua ma è stato sul versante opposto che si è abbattuto il violento nubifragio». Il rio Frejus, che sul versante italiano prende il nome di Merdovine, ha raccolto una copiosa quantità di fango e detriti da un affluente e si è ingrossato al punto che nel tratto in cui attraversa Bardonecchia il letto si è alzato di almeno 5-6 metri. Incontrando un primo ponte si è determinata una sorta di onda anomala, un piccolo tsunami, che ha frantumato i parapetti. Poi il rio è esondato, danneggiando un secondo ponte e seppellendone un terzo all'altezza di un albergo e del commissariato di polizia. Decine di auto parcheggiate nei paraggi sono state trascinate verso valle fino ad uscire dal territorio di Bardonecchia.

«La situazione è sotto controllo - ha detto il sindaco Chiara Rossetti - stiamo facendo le verifiche di staticità di ponti ed edifici. Luce e gas sono stati ripristinati, a breve sarà riaperta la strada statale».

«Sono in costante contatto con la sindaca - spiega il governatore del Piemonte Alberto Cirio -. È una buona notizia che non ci siano vittime ma i danni sono ingenti.

Ho già sentito il ministro Tajani che mi ha assicuratore che il Governo farà la sua parte».

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