Un video inchioda Open Arms. Ha lasciato i migranti in mare?

Dopo averli recuperati a 800 metri dalla costa italiana li hanno lasciati andare. Il tutto per farli salvare dalla Guardia Costiera

Un video inchioda Open Arms. Ha lasciato i migranti in mare?

Irresponsabili. L’equipaggio della ONG spagnola Open-Arms butta in mare gli immigrati. Tra le onde impietose di Lampedusa, con il rischio di farli affogare. Dopo averli salvati a largo della Libia. L’unico modo, il più insicuro, per raggiungere l’isola. Per raggiungere l’Italia, la porta d’Europa. La terra promessa. È così che i migranti, forse su suggerimento dell’equipaggio della ONG, hanno trovato riparo. Un porto sicuro, che aspettavano ormai da 19 giorni. “Non riusciamo più a contenere la disperazione. Non riusciamo più a spiegare. Le parole mancano. Siete dei vigliacchi”.

Queste le parole pronunciate da Oscar Camps, fondatore della ONG spagnola, durante l’ammutinamento programmato a bordo della nave. Proprio lui, insieme ad altri due volontari, era a bordo di quel gommone di “rescue team”. Ricerca e soccorso. Un soccorso mancato, almeno questa volta.



Il gommone che si vede nel video, di solito viene utilizzato per soccorrere i migranti, e non per recuperarli, trarli in salvo, e gettarli nuovamente in mare. Le immagini parlano chiaro. Sono inequivocabili, e la dicono lunga sulla condotta delle ONG. Pronte a tutto pur di aggirare il Decreto Sicurezza voluto da Salvini. Sono stati loro, gli uomini dal “cuore grande” a mettere a rischio la vita dei migranti. La vita di persone stanche, traumatizzate, violentate, torturate. Uomini e donne senza forze. Senza le energie per affrontare le onde del Mediterraneo.Sono stati proprio loro a denunciarlo durante i giorni di stallo. Quindici i migranti che hanno deciso di fare il gesto estremo. Infilare il giubbotto salvagente e via, buttarsi dalla poppa della nave. Sotto gli occhi attenti e vigili delle telecamere che guardavano dalla costa. E a quelli inermi dell’equipaggio della nave. “Guidati dalla disperazione”, dicono sull’isola. Ma ne siamo davvero sicuri? O è stata solo una mossa politica? I dubbi sono leciti, soprattutto dopo aver assistito alla scena.

Dopo averli recuperati a 800 metri dalla costa italiana li hanno lasciati andare. Senza remore. Senza pensarci due volte. Liberi. Non potevano essere loro a salvarli per la seconda volta. No. A recuperarli dovevano essere le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. L’unico modo per toccare terra. Per poggiare i piedi su suolo italiano. Rimanere sul gommone della ONG non avrebbe risolto il problema. Anzi, sarebbero dovuti tornare a bordo della nave. E i migranti, capito il meccanismo, ne hanno approfittato. Un gesto che ha portato sull’isola di Lampedusa il procuratore Luigi Patronaggio che, dopo una ispezione durata qualche ora a bordo della nave, ha deciso di sequestrare l’imbarcazione e far sbarcare tutti i migranti. E mentre si indaga contro ignoti per omissione e rifiuto di atti d’ufficio, nessuno si preoccupa della condotta scorretta della ONG spagnola che ha giocato sulla pelle dei migranti. Sulla pelle di uomini in cerca di libertà.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica