Cronache

Vietato sistemare le vie pubbliche con i soldi privati

Vietato sistemare le vie pubbliche con i soldi privati

Avrebbe dell'incredibile se non fosse che, purtroppo, non è la prima volta che la cronaca ci presenta simili episodi. A Polizzi Generosa, vicino a Palermo, il sindaco del paese - Giuseppe Lo Verde - dopo avere più volte sollecitato la città metropolitana a ripristinare un collegamento stradale ha deciso di muoversi da solo, mettendo all'opera mezzi e uomini concessi gratuitamente da alcune imprese locali.

In un mondo di persone assennate Lo Verde avrebbe avuto se non proprio un premio, quanto meno un plauso, per avere preso a cuore il problema e averlo risolto senza oneri per la collettività. Invece nelle scorse ore è arrivata ai carabinieri una denuncia a carico di ignoti, ma che di tutta evidenza vuole puntare il dito contro l'amministratore locale.

Tutto finirà nelle mani di avvocati e legulei. E l'intrico del diritto italico è ormai tale che, anche senza conoscere nello specifico la vicenda, è facile prevedere che vi sarà chi riuscirà a trovare argomenti a difesa delle prerogative di questo o quell'ente, così da mettere in croce questo sindaco troppo dinamico. Il quale si difende sostenendo di avere fatto tutto alla luce del sole: rendendo pubblica l'ordinanza, aspettando ben venti giorni prima di agire, mandando una Pec al sindaco metropolitano e, soprattutto, avendo presenti i suoi doveri di primo cittadino e la necessità di ripristinare la strada che, a suo dire, «è l'unica via rimasta ai proprietari di terreni per raggiungere le proprie abitazioni rurali».

Questa vicenda conferma una volta di più come l'ordine legale - che avrebbe la sua ragion d'essere nel facilitare la vita sociale, favorendo le relazioni umane ed evitando le ingiustizie - abbia spesso perduto la sua ragion d'essere. Ormai le norme non proteggono la libertà, ma la limitano; non difendono i diritti, ma li conculcano. Il risultato è che alla fine le istituzioni non aiutano lo sviluppo della società, ma l'ostacolano.

All'origine di tutto ciò c'è il fatto che l'ordinamento non è visto in primo luogo come una limitazione del potere, ma come uno strumento nelle mani dei governanti. In questo senso, le parole usate dal sindaco del palermitano sono eloquenti: mentre il suo agire è stato finalizzato a servire la comunità e tutelare esigenze cruciali (a partire dalla possibilità di accedere alla propria casa), chi gli si oppone evoca logiche gerarchiche. Pensa il diritto come un comando: come una semplice funzione del dominio che alcuni esercitano su altri.

E forse interpreta il nostro tempo, anche se è triste ammetterlo, in maniera del tutto corretta.

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