Cronache

Casa famiglia sequestrata: violenze sessuali di gruppo su minori

La struttura è stata sequestrata e cinque educatori sono indagati per condotte omissive

Casa famiglia sequestrata: violenze sessuali di gruppo su minori

Una casa famiglia nel vercellese è stata posta sotto sequestro, perché al suo interno vi sarebbe stata violenza sessuale di gruppo nei confronti di alcuni minori. Cinque educatori sono stati indagati per “condotte omissive” inerenti ai presunti abusi avvenuti tra le mura della struttura. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile della polizia di Vercelli, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che fin dalle prime luci di questa mattina, venerdì 13 dicembre, sta dando esecuzione alla misura cautelare del sequestro preventivo della casa famiglia sita in via Cavour, a Caresana, comune in provincia di Vercelli.

Casa famiglia sotto sequestro

Con i ragazzi e il personale presente nella struttura, quando sono arrivate le forze dell'ordine, sono giunti anche gli uomini della Questura, guidati dal dirigente Gianluca Tuccillo. Come si legge nel comunicato è stata eseguita una “misura cautelare del sequestro preventivo di una casa famiglia a Caresana, Vercelli, oltre che alla misura del divieto di esercitare qualunque attività professionale a contatto con minori a carico di cinque educatori della comunità, a seguito di condotte omissive in relazione a presunte violenze sessuali di gruppo avvenute tra le mura della struttura".

Indagati cinque educatori

Secondo le indagini quindi, all’interno della casa famiglia avvenivano delle violenze sessuali di gruppo tra minori. Alcuni agenti sarebbero ancora adesso nella casa d'accoglienza per fare i rilevamenti e completare sopralluoghi e perquisizioni. Gli educatori denunciati sarebbero invece indagati per non aver preso provvedimenti sapendo cosa stava accadendo nella struttura nella provincia piemontese. Ulteriori dettagli sulla vicenda saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 11 di oggi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli.

Ecco come gli investigatori sono giunti alla verità

Tutto sarebbe iniziato la scorsa primavera, quando una ragazzina di sedici anni, volontariamente allontanatasi dalla comunità in cui era arrivata a seguito di maltrattamenti subiti dal padre, aveva raccontato alla sorella di aver subito violenze fisiche e verbali all’interno della casa famiglia, da parte di alcuni ospiti minorenni. Violenze tali da arrivare fino alla violenza sessuale. La vittima avrebbe inoltre raccontato, sempre alla sorella, che gli operatori della struttura, nonostante ne fossero stati a conoscenza, non avevano fatto nulla. Nessun provvedimento nei confronti degli aggressori, né protezione verso la 16enne. Le indagini hanno poi individuato una seconda vittima, questa volta di quindici anni, anche lei allontanata in fretta e furia dalla struttura oggi sequestrata.

I racconti delle due giovani hanno permesso agli investigatori di raccogliere sufficiente materiale per accertare la responsabilità di coordinatrici e operatori. Questi infatti, secondo quanto raccolto, erano a conoscenza di quanto avveniva. Le ragazzine avrebbero raccontato diversi episodi di abusi sessuali di gruppo, oltre a violenze fisiche e psicologiche. Tutto ciò aveva portato le giovani a rinchiudersi nelle loro stanze, per paura di essere nuovamente violentate.

Tutto annotato nei diari delle vittime

La polizia avrebbe inoltre sequestrato alcuni registri individuali e di gruppo, scritti proprio dalle vittime, dai quali emergerebbe la piena consapevolezza degli educatori sulla gravità delle violenze da loro subite. Una delle ragazzine avrebbe anche annotato sul suo diario tutte le richieste di aiuto rivolte alla coordinatrice e mai ascoltate. Anche delle intercettazioni telefoniche confermerebbero il tutto. Sono quindi quattro donne e un uomo le persone denunciate dalla Squadra mobile, tutte di età compresa tra i 28 e 52 anni.

Le accuse riguardano i reati, in forma omissiva, di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo aggravata in concorso.

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