Cronache

Virus cinese, primo caso negli Stati Uniti

I decessi legati alla polmonite da coronavirus sono saliti a sei. Scattano i controlli negli aeroporti internazionali, mentre si registra un primo paziente negli Usa

Virus cinese, primo caso negli Stati Uniti

L'allerta è altissima, in tutto il mondo. Dall'Asia all'America, passando per Australia ed Europa, il virus cinese fa paura. Dopo gli ultimi casi registrati in Cina, sono sei fino ad ora i morti, la polmonite virale sembra non conoscere confini. I nuovi casi di infezione salgono a 77 nel Paese, dove si contano in totale 291 persone contagiate e 922 pazienti che restano sotto osservazione negli ospedali cinesi. Altri casi sono però stati segnalati anche a Pechino e Guandong in Cina, e poi in Thailandia, Giappone e Corea del Sud.

Non sembra essere immune neanche l'Australia. Un uomo rientrato dalla città cinese di Wuhan, focolaio della patologia, con sintomi respiratori sconosciuti è stato messo in isolamento a Brisbane. "Gli abbiamo fatto alcuni test e stiamo aspettando i risultati", ha dichiarato la responsabile sanitaria del Queensland. Test che si stanno svolgendo anche nelle Filippine dove un bambino di cinque anni ha presentato sintomi simili a quelli del coronavirus. E così il virus che provoca una grave forma di polmonite sembra espandersi ogni giorno che passa.

Ora l'epidemia è arrivata anche negli Stati Uniti. Secondo quanto hanno rivelato alcune fonti al Washington Post, il primo paziente che ha contratto il misterioso coronavirus virus nello stato di Washington è un 30enne le cui condizioni vengono descritte come stabili. Il ragazzo è arrivato negli Stati Uniti da Wuhan la scorsa settimana, prima dell'avvio dei controlli sui viaggiatori, e ha dichiarato di non essere stato nel mercato centrale della città cinese da dove è partito il virus.

Ieri le autorità sanitarie cinesi hanno confermato che il virus, noto con la sigla "2019- nCoV", si trasmette da uomo a uomo. E così è scattato il panico in tutto il mondo: mascherine per proteggersi esaurite, controlli a tappeto negli aeroporti (anche in quelli italiani) e nelle stazioni ferroviarie, allarme internazionale. Di sicuro la coincidenza con il Capodanno cinese (il 25 gennaio) contribuisce a far salire l'allerta, dato che 3 milioni di cinesi ogni anno viaggiano per la festività. Nel frattempo, il centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha alzato da "basso" a "moderato" il rischio che si verifichino in Europa casi del coronavirus cinese. Lo spettro è quello della Sars, altro coronavirus che si diffuse dalla Cina a più di una decina di Paesi negli anni 2002-2003, causando circa 800 morti.

Intanto, l'Organizzazione mondiale della Sanità ha convocato domani a Ginevra un comitato speciale per valutare se il nuovo coronavirus, con i casi e i decessi che si stanno registrando, costituisca "un'emergenza pubblica".

In questo caso, si farà anche il punto su come fare fronte all'epidemia.

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