Sgarbi quotidiani

Il vizietto del flop

Il vizietto del flop

Dopo l'insuccesso di alcuni libri inutili e una tournée di malinconici spettacoli davanti alle platee semivuote di teatrini di periferia, lo spelacchiato Andrea Scarsi, modesto imitatore di Travaglio, ritenta l'esperienza televisiva, colmo di presunzione e indifferente ai ripetuti fallimenti. Eccolo ora, intorno al tavolo di una finta osteria, a fianco di un attonito Luca Sommi, con ospiti improbabili. Come sempre non ha niente da dire, e lo dice male. Credendo di esistere, nella sua vita grama, tra «accordi e disaccordi» (come si chiama il programma sulla «Nove») cerca di fare domande intelligenti. Presume di sé, non avendo mai fatto nulla, come fosse Giuseppe Cruciani, e nessuno lo conosce. Il suo irraggiungibile modello, in questi mesi, è stato Rocco Casalino, che ha avuto la notorietà che lui ancora attende. L'insuccesso gli ha dato alla testa, ogni tanto annuncia programmi televisivi fantasma, che chiudono, senza che neanche io debba scomodarmi a massacrarli, per estinzione. Questa volta, grazie a Sommi, è arrivato all'1,1%, misurandosi con uno sfiorito Alessandro Di Battista. Incoraggiato dal risultato, non si dà per vinto, e avanza nel deserto di telespettatori.

Così smunto, fa tenerezza, anche se nessuno lo consola. Se ve lo presentano, aiutatelo, prima che perda la testa, languendo di invidia, ossessionato da me.

Non gli basterà una vita per fare un centesimo di quello che ho fatto io.

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