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Quel vizio antico: scivolò sui rimborsi pure in America

Nel 2002, quando era chirurgo, fu allontanato dal rettore dell'università di Pittsburgh

Quel vizio antico: scivolò sui rimborsi pure in America

Roma - Quello delle note spese «pazze» sembra un vecchio vizio di Ignazio Marino. Ora che è scoppiato lo scandalo di pranzi e cene «di rappresentanza», in realtà tutti privati, pagati dal Comune, torna alla mente la burrascosa chiusura dei rapporti dell'oggi sindaco di Roma con l'università di Pittsburgh.

Dall'ateneo americano il medico Marino fu costretto alle dimissioni proprio per una vergognosa storia di rimborsi spese presentati e rimborsati due volte, per almeno 8mila dollari. Venne fuori la lettera (riservata, ma pubblicata nel 2009 da Il Foglio ) con cui il 6 settembre 2002 il numero uno del centro, Jeffrey A. Romoff, gli imponeva l'allontanamento «per sempre» dalla direzione dell'Ismett di Palermo e da tutti gli incarichi legati all'ateneo americano.

Una lettera durissima, in cui gli si ingiungeva di restituire entro il 13 settembre cellulari, cerca persone, computer portatili, documenti identificativi, chiavi, appartamento e auto, assicurando che non si sarebbe data diffusione alla notizia per non infangare l'università. «Come lei sa - scriveva Romoff a Marino -, nell'iter ordinario necessario a elaborare le sue recenti richieste di rimborsi spese, l'università di Pittsburgh ha scoperto che lei ha presentato la richiesta di rimborso di determinate spese sia a Pittsburgh sia alla sua filiale italiana. Di conseguenza è stata intrapresa una completa verifica sulle sue richieste di rimborso spese e sui nostri esborsi nei suoi confronti. Tale verifica è attualmente in corso. Alla data di oggi, riteniamo di aver scoperto una serie di richieste di rimborso spese deliberatamente e intenzionalmente doppia. Fra le altre irregolarità, abbiamo scoperto dozzine di originali duplicati di ricevute con note scritte da lei a mano. Sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi degli ospiti scritti a mano sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati in Italia. Avendo sinora completato soltanto una revisione parziale dell'ultimo anno fiscale, l'università ha scoperto circa 8mila dollari in richieste doppie di rimborsi spese. Tutte le richieste di rimborso spese doppie, a parte le più recenti, sono state pagate sia da Pittsburgh sia dalla filiale». Per restituire il denaro Marino dovette rinunciare all'ultimo stipendio, giorni di ferie, permessi e malattia accumulati, oltre al tfr.

Quando questo si seppe in Italia, lui provò vagamente a smentire, da Pittsburgh confermarono tutto.

Ora, a quanto sembra, ci risiamo.

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