Cronache

Vuole sposare una marocchina ​Il console: si converta all'islam

Il consolato marocchino in Italia chiede ad una donna di convertire il marito italiano all'islam o non rilascia i documenti per sposarlo

Vuole sposare una marocchina ​Il console: si converta all'islam

Se vuoi sposare una donna di origini marocchine, devi convertire tuo marito all'islam. È quello che - di fatto - si è sentito dire una marocchina di 29 anni (in Italia da quando ha 11 anni) intenzionata a sposare nel Belpaese un italiano di 41 anni.

Lei non è una musulmana praticante. E quando a fine dell'estate 2017 ha deciso di unirsi civilmente con il suo fidanzato, si è rivolta al consolato marocchino a Bologna per ottenere i documenti necessari per avviare la procedure dello sposalizio: attestazione di nubilato, certificato di nascita e via dicendo. Peccato che una volta in consolato abbia scoperto che per ottenere tutti questi fogli occorreva prima "la consegna del certificato di conversione alla religione musulmana" del futuro marito.

"Volevano la sottoscrizione della 'shahada' da parte di Luca - racconta la ragazza al Resto del Carlino - Gli ho risposto, in francese perché l'italiano non lo capivano e io l'arabo non lo parlo, che non ci pensavo nemmeno lontanamente a convertire chicchessia, visto che nemmeno io sono religiosa".

Insomma, il consolato marocchino in Italia ha chiesto ad una donna desiderosa di sposare un italiano di convertirlo prima alla religione di Allah. "Mi hanno insultato fino al punto di farmi scoppiare a piangere, cacciandomi via dal Consolato - continua la giovane - Ho protestato, gli ho detto che non possono permettersi di fare queste cose in Italia perché qui vige la legge italiana e non marocchina, ma sono stati irremovibili. Non mi hanno nemmeno dato un certificato che attestasse il rifiuto del nulla osta. Cacciata e basta. Sono tornata a casa e assieme a Luca siamo andati in Comune per raccontare ciò che era successo e chiedere di nuovo cosa fare per sposarci. Ci hanno risposto che non potevano dare avvio alle pratiche e che l'unico rimedio era un ricorso al tribunale".

Alla fine è stato proprio il giudice ad autorizzare il matrimonio dei due sposini. "Non accetterò mai l'imposizione del mio Paese d'origine di convertire all'islam il mio futuro marito", è stata la tesi presentata dalla donna al tribunale. E così il giudice Davide Storti ha autorizzato le nozze anche in assenza dei documenti richiesti dalla legge e che il consolato del Marocco avrebbe consegnato solo dopo la conversione dell'uomo alla sharia islamica. "Questa è la legge in vigore nel mio Paese - dice Mohamed Kamel, console marocchino nel Belpaese - Una donna nata in Marocco che vuol sposare un non musulmano deve convertirlo alla nostra fede.

Se rifiuta di farlo, noi non rilasciamo il nulla osta".

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