Cronache

L'inquinamento va punito come reato, ma è da ciarlatani dire che modifica il clima

L'inquinamento va punito come reato, ma è da ciarlatani dire che modifica il clima

L'inquinamento ha effetti immediati e di vasta risonanza quando colpisce l'aria che respiriamo nelle grandi città: targhe alterne e blocco del traffico cittadino ne sono esempi.

L'INQUINAMENTO

La cappa inquinante che si abbatte su una città è un fenomeno che può essere risolto controllando con rigore le industrie, il traffico e il riscaldamento urbano. I veleni immessi nell'aria dalle auto, dagli impianti di riscaldamento e dalle industrie, quando c'è bel tempo e niente vento, fa scattare l'allarme. Tuttavia, anche quando il vento riprende, le sostanze inquinanti non possono sparire: vengono portate in altre zone dell'atmosfera. Se da queste zone viene fuori la pioggia, quelle sostanze inquinanti finiscono sui terreni coltivabili e nei fiumi, quindi nelle sorgenti d'acqua.

L'inquinamento atmosferico uccide non soltanto l'aria, ma anche il suolo e l'acqua. Le piogge acide che stanno uccidendo la Foresta Nera hanno origine nei veleni che vengono scaricati nello strato d'aria che circonda questo satellite del Sole. Strato d'aria cui si dà il nome di atmosfera. Ecco alcuni dettagli su come si avvelena l'atmosfera.

Le alte ciminiere delle fabbriche emettono Biossido di Zolfo. Le città vicine ai complessi industriali sono esposte a questo tipo di sostanza inquinante. Essa si mescola all'aria molto lentamente ed è quindi difficile individuarla. Il Biossido di Zolfo irrita il nostro apparato respiratorio e, a dosi elevate, può addirittura distruggere i tessuti polmonari. Questa sostanza viene emessa anche dalle caldaie a uso domestico. A questo proposito c'è un dettaglio da non sottovalutare. Il combustibile (carbonio o petrolio) esiste in tre tipi: normale, a basso e a bassissimo tenore di zolfo. Il prezzo aumenta con il diminuire della percentuale di zolfo. Quando il combustibile viene usato nelle caldaie, non brucia solo il carbone o il petrolio, ma anche lo zolfo. Dieci anni fa Strasburgo venne dichiarata area da proteggere ed è stato permesso soltanto l'uso del combustibile a bassissimo tenore di zolfo. In appena un anno l'inquinamento da Biossido di Zolfo crollò.

Passiamo alle auto. Un motore mal regolato produce molte sostanze inquinanti. Al primo posto c'è l'Ossido di Carbonio, che viene emesso quando si vuole assicurare una buona combustione nel motore. Questo gas, che rappresenta una delle emissioni tipiche del traffico automobilistico, aumenta decisamente nelle ore di punta. Si diffonde nell'aria con estrema rapidità, senza perdere nulla delle sue nefaste proprietà. L'Ossido di Carbonio non permette al sangue di ossigenarsi bene e attacca il sistema nervoso centrale, oltre che gli organi sensoriali.

L'altra sostanza tipica della circolazione automobilistica va sotto il generico nome di Ossidi di Azoto. L'aria che respiriamo è fatta con tre parti di Azoto e una di Ossigeno. Per alimentare una combustione, c'è bisogno di Ossigeno. Nel motore dell'auto entra però Aria: quindi la miscela citata di Azoto e Ossigeno. Quando la temperatura è elevata (come nei motori delle auto e nelle caldaie) l'Azoto e l'Ossigeno si fondono chimicamente in una molecola. A questa fusione chimica si dà il nome di ossidazione dell'Azoto. Ecco come mai dai motori delle auto e dalle caldaie degli immobili vengono fuori gli Ossidi di Azoto. La più tossica di queste sostanze è il cosiddetto Biossido di Azoto: irrita le vie respiratorie e può arrivare a provocare lesioni polmonari. Purtroppo tutte le misurazioni fatte un po' ovunque in Italia e in Europa ne indicano un costante aumento.

Gli Ossidi di Azoto, nel loro vagare in aria, possono combinare altri guai, producendo, ad esempio, una speciale nebbiolina sensibile ai raggi del Sole (e detta per questo fotochimica). Questa nebbiolina stagna come foschia al di sopra delle città. I raggi del Sole la bombardano, scatenando una serie di reazioni chimiche complesse. Tra i numerosi guai c'è la produzione del tanto noto Ozono. La stessa sostanza che si trova a 30 Km sopra di noi e che ci protegge dalla radiazione ultravioletta. A bassa quota però fa male: attacca la vegetazione ed è nociva alla nostra salute. Ecco perché in molte città sono installati sensori che fanno scattare l'allarme quando c'è troppa concentrazione di Ozono nell'aria.

L'Ozono si forma a metà giornata nelle città con traffico intenso, soleggiate e non esposte ai venti. Uno studio dettagliato ci dice che la lotta all'Ozono cittadino è particolarmente difficile.

La Scienza ha studiato a fondo il problema dell'inquinamento atmosferico. Per ridurre i pericoli cui abbiamo fatto cenno è necessario bloccare l'inquinamento alle origini. Invece si corre ai ripari soltanto quando le misure indicano livelli alti di sostanze tossiche. L'aria irrespirabile nelle città, pian piano, si diffonderà in quella fascia d'aria che avvolge il globo terrestre. I veleni restano nell'atmosfera e finiscono sui campi, sui laghi, sui fiumi. Immettere nell'aria sostanze tossiche dovrebbe essere considerato un reato contro la nostra salute. Le targhe alterne e il blocco del traffico cittadino sono misure che non curano la malattia cronica.

La Scienza dice che con severi controlli è possibile ridurre drasticamente le immissioni di sostanze inquinanti, qualunque sia la loro origine: industriale, di traffico cittadino, di riscaldamento urbano. Ecco perché su queste colonne abbiamo scritto (1 giugno) che la Scienza ha la certezza su come combattere l'inquinamento a livello planetario: ovunque esso venga fatto.

CLIMA

Spendere miliardi di euro sulla base di modelli matematici con decine di parametri liberi è privo di senso. Il grande Von Neumann insegna che con appena 4 parametri liberi è possibile costruire un modello matematico, il quale dimostra che gli elefanti volano. C'è qualcuno disposto a mettere un miliardo di euro per verificare sperimentalmente questo modello matematico? Con l'evoluzione climatologica i governi di 195 nazioni sono su questa strada, dando per scontata l'equivalenza tra un modello matematico con decine di parametri liberi e un'equazione (come ad esempio la formula di Newton) che permette di descrivere l'evoluzione del clima.

La formula di Newton permette di calcolare come si attraggono due oggetti di cui si conoscono la distanza che li separa e le due masse. La forza di attrazione gravitazionale è proporzionale al prodotto delle due masse e inversamente proporzionale al quadrato delle loro distanze. Nel caso del clima nessuno è riuscito a tirar fuori, da tutto ciò che si conosce, le cose necessarie (come le due masse e la loro distanza) per potere calcolare se a Londra pioverà o splenderà il sole.

Per essere più chiari: il loro numero è troppo grande. Ecco il vero motivo per cui, quando si studia l'evoluzione del clima, nessuno riesce a fare qualcosa di simile al calcolo delle orbite dei satelliti artificiali. Orbite che si calcolano usando la formula di Newton, con le correzioni dovute alla scoperta delle proprietà dette quantistiche e relativistiche.

Ai tempi di Newton non era stato ancora capito che il continuo non esiste e che tutta la realtà è fatta di pezzettini; è questo il significato di Fisica Quantistica; da cui nascono le correzioni alla formula di Newton. Le correzioni relativistiche nascono invece dal fatto che esiste una velocità massima: la velocità della luce, che è sempre la stessa. Comunque la si voglia misurare il suo valore non può cambiare mai.

Concludendo su ciò che la Scienza riesce a fare nello studio dell'evoluzione climatologica sono le tre equazioni differenziali non lineari accoppiate, che non possono avere soluzione analitica, come abbiamo già visto su queste colonne.

Quindi niente formule semplici come quella di Newton.

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