Retrogusto

San Leonardo, il capolavoro del Trentino

Da oltre quarant’anni il taglio bordolese della cantina dei Guerrieri Gonzaga è tra i vini più blasonati d’Italia. E da qualche anno è abbinato a un progetto artistico che quest’anno vede coinvolta Marzia Migliora, che “firma” 999 bottiglie con tre delle sue opere riprodotte in etichetta

La famiglia Guerrieri Gonzaga
La famiglia Guerrieri Gonzaga

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San Leonardo, il capolavoro del Trentino

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Sono una meno di mille, 999, le bottiglie di San Leonardo 2019 che l’artista Marzia Migliora ha vestito con tre sue opere riprodotte in etichetta, esito dell’edizione 2024 del progetto Arte a San Leonardo, fortemente voluto da Anselmo Guerrieri Gonzaga e Ilaria Tronchetti Provera per provare a dare ogni anno una differente forma artistica all’identità dell’azienda che da 300 anni custodisce il territorio che, a Borghetto d’Avio, in Trentino, circonda quello che oltre mille anni fa era un monastero e poi è diventata la residenza dei Marchesi Guerrieri Gonzaga.

Le etichette di Marzia Migliora
Le etichette di Marzia Migliora

Il progetto, curato da Giovanna Amadasi, coinvolge ogni anno un artista contemporaneo nella creazione di un libro d’artista in edizione numerata e di un’etichetta d’artista, che veste un lotto a tiratura limitata di bottiglie di San Leonardo dell’annata in corso. Nel caso di Marzia Migliora, al termine di una residenza svoltasi in più momenti nel corso del 2023 ha sviluppato il progetto “La Rivoluzione del Tempo Profondo”, una riflessione sulla relazione tra le specie viventi e l’ambiente. Partendo da tre grandi tavole realizzate con tecniche e materiali differenti tra cui il tartaro tratto dalle botti del San Leonardo, ispirate ai profili dei monti che circondano la tenuta, l’artista ha creato un libro in 200 copie numerate e tre etichette con tre diversi dettagli del suo disegno, che sono stati svelati pochi giorni fa nel corso di un evento tenutosi a Palazzo Taverna, a Roma.

San Leonardo, Marzia Migliora al lavoro

Tenuta San Leonardo – che conta 300 ettari di cui 30 di vigneti a condizione biologica - è una delle più blasonate cantine italiane, il suo vino bandiera, il San Leonardo, il prototipo del classico taglio bordolese nella sua versione italiana che, nato nel 1982, ha di fatto segnato l’inizio di una nuova stagione del vino italiano. Un 60 per cento di Cabernet Sauvignon, con un saldo di Carmenère (30) e Merlot (10) da uve che nascono in terreni tra i Monti Lessini e il Monte Baldo baciati dal sole trentino e dai venti nordici che le montagne addomesticano nelle temperate brezze del Garda. Le grandi escursioni termiche in estate spingono lo sviluppo dei profumi mentre la gradazione alcolica resta sempre contenuta, entro i 13 gradi. Il San Leonardo è un Vigneti delle Dolomiti Igt che fa 24 mesi in barrique di rovere francese di primo, secondo e terzo passaggio, e che allo sguardo si mostra rosso granato, al naso esibisce aromi di frutti rossi, spezie, caffè, tabacco e in bocca è tannico ed elegante, di grande lunghezza. Notevole anche il “second vin”, il Terre di San Leonardo, 50 per cento di Cabernet Sauvignon, 40 di Merlot e 10 di Carmenère, di scalpitante freschezza. Dall’assemblaggio di Merlot e Carmenère nasce l’elegante Villa Gresti mentre le vigne più “antiche” danno origine al Carmenère in purezza, vino di grande personalità.

I bianchi sono affidati alle viti di Sauvignon Blanc e Riesling che crescono su 15 ettari situati nella parte più a nord del Trentino tra la Val di Cembra e le colline Avisane tra i 400 e i 600 metri di altitudine e danno origine al Vette di San Leonardo, vino floreale e verticale, e al Riesling di San Leonardo, di elegante mineralità.

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