E dopo la Biennale il Vaticano entra al Salone del Libro (forse col Papa)
13 Luglio 2013 - 07:19La Chiesa, attraverso l'ordine dei benedettini custode della tradizione scritta nel mondo occidentale, approda per la prima volta al mondo a un Salone del Libro, quello di Torino. La Città del Vaticano sarà il Paese Ospite d'onore nell'edizione 2014 e l'evento potrebbe culminare con la visita di Papa Francesco in città. L'annuncio è stato dato ieri dal segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, durante una visita privata al Museo Egizio. Ma tra Salone e Vaticano da tempo erano in corso trattative, come ha rivelato il presidente della Fondazione del Libro, Rolando Picchioni. Grande soddisfazione, ovviamente, da parte del governatore del Piemonte, Roberto Cota, e dal sindaco di Torino, Piero Fassino. Raggiante l'assessore alla Cultura della regione Piemonte (l'ente main sponsor), Michele Coppola: «Obiettivo raggiunto, il Salone del Libro di Torino è una kermesse mondiale».
Per la Chiesa si tratta di una prima assoluta, all'insegna della nuova linea di comunicazione esterna avviata con il Padiglione Vaticano alla Biennale di Venezia. E il cardinal Bertone non ha escluso una visita a Torino di Papa Francesco, che ha radici astigiane: «Non ne abbiamo parlato specificamente, ma viste le sue origini penso che la si possa ben prevedere». Il presidente del Salone, Rolando Picchioni, ha sottolineato il «grande lavoro diplomatico» che è stato necessario per arrivare al grande risultato. «C'è voluto oltre un anno di trattative, culminate ieri con la telefonata positiva del cardinale Ravasi. La Santa Sede non è mai stata presente in nessun altro Salone del Libro del mondo».
«La partecipazione della Santa Sede al Salone del Libro di Torino sarà un'occasione per mostrare la ricchezza e la complessità del tema religioso - ha dichiarato il cardinale Gianfranco Ravasi, capodelegazione designato per Torino -. Penso a un dialogo tra due grandi scrittori, uno credente e uno non credente, attorno a un tema fondamentale, un tema ultimo, in modo da far scaturire e mettere a confronto due letture diverse. Una sorta di emblema del dialogo, una riflessione profonda aliena da formalità e superficialità. Questa potrebbe essere l'apertura, seguita da una serie di altri appuntamenti».
La Santa Sede è già al lavoro, come ha spiegato don Giuseppe Costa, delegato operativo della partecipazione al Salone del Libro, e direttore della Libreria editrice vaticana: «Dobbiamo accelerare, visto che eravamo in pista per l'edizione del 2015, poi le autorità piemontesi hanno deciso di anticipare, per evitare la concomitanza con altri eventi, come l'Expo e il bicentenario di don Bosco.