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La forza di "Star Wars"? Essere una religione che si capisce ovunque

Arriva il nuovo capitolo della saga e un saggio spiega perché la "filosofia di Guerre Stellari" ha conquistato tutto il mondo

La forza di "Star Wars"? Essere una religione che si capisce ovunque

Non si capisce come facciano le donne a pretendere la parità se nove su dieci non sanno niente di Star Wars , e molte se ne vantano pure. Non sanno chi sia Luke Skywalker, né Obi-Wan Kenobi, né C1-P8, né Joda, e tantomeno saprebbero accendere una spada laser, e insomma: se non ora quando? Altrimenti di cosa parliamo? Se gli dici «Io sono tuo padre» non colgono la battuta, e mettersi a spiegare il terribile colpo di scena e la vicenda di Anakin è troppo lungo. Non sanno che la vita, dopo il 1977, non è più lo stessa. Una rivoluzione più importante del Sessantotto, un'opera d'arte più influente della Divina Commedia , che attraversa le generazioni e unisce i padri ai figli, sui cui sono stati scritti centinaia di libri: l'ultimo è il monumentale saggio di Chris Taylor, Come Star Wars ha cambiato l'Universo (multiplayer edizioni), da leggere in attesa dell'uscita del settimo capitolo al cinema (stavolta settimo davvero, sono finiti i prequel), e del gioco per console e pc Battlefront (una figata spaziale).

Il segreto dell'immortalità di Star Wars? Che non è un film di fantascienza, ma uno space fantasy. Meglio ancora: è una religione. Basti pensare al concetto di Forza, tanto studiato a tavolino da essere espresso in sole ventinove parole, quando Obi-Wan spiega a Luke: «La Forza è quella che dà al Jedi la possanza. È un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda. Ci penetra. Mantiene unita tutta la galassia». Lo stesso Lucas afferma: «La vera particolarità era occuparsi della Forza senza essere troppo specifico in merito». Un po' come il concetto di Trinità del cristianesimo, più si è vaghi meglio è. Francis Ford Coppola propose a Lucas di fondarci su una religione vera e propria, e non scherzava.

Basti pensare che uno scrittore di fantascienza come Ron Hubbard con molto meno si inventò Scientology, e non ha neppure un decimo dei seguaci di Star Wars . Benedetto Croce oggi avrebbe detto: non possiamo non dirci jediani. Si consideri che solo nel Regno Unito vivono oltre quattrocentomila Jedi, regolarmente censiti, cioè solo per gli anglosassoni è la quarta religione dopo il cristianesimo, l'islamismo e l'induismo.

Non per altro, a parte Flash Gordon , i romanzi di H.G. Wells e quelli di Edgar Rice Burroughs, l'immaginario di Star Wars affonda le sue radici negli studi di antropologia di Lucas, e in un testo in particolare: Il ramo d'oro di James George Frazer, dove sono analizzati i tratti in comune di ogni religione. Il concetto di Forza si trova ovunque, in una preghiera Navajo, nel Tao («La più grande forma di forza attiva/ deriva dal Tao, la sua unica fonte», si legge nel Tao Te Ching ), nel prana indiano, nel Chi del buddismo cinese. Come nota Chris Taylor, la Forza «è sufficientemente eterea da essere interpretata come lo Spirito Santo. “La Forza sia con te” suona in modo tremendamente simile al dominus vubiscum della liturgia tradizionale: “Il Signore sia con voi”».

Metteteci anche la lotta tra il Bene e il Male, e il quadro è completo, tanto quanto i dipinti di Ralph McQuarrie preparati per presentare il progetto del film al consiglio di amministrazione della Fox, e a questo signore si deve tantissimo: senza le sue visioni Lucas non avrebbe mai ottenuto il budget per la sua «cosuccia spaziale», come la chiamava. Viene da pensare anche alla simbologia del nero: Darth Vader, la Morte Nera (mentre gli stormtropper sono bianchi, forse per non farli sembrare troppo delle SS), e i Ribelli che lottano per la libertà (quindi non sono i partigiani stalinisti). D'altra parte anche gli storici hanno letto il nazismo come una religione, il Reich millenario, la mistica del Fürer, la svastica (presa anche lì dalle religioni indiane), l'idea di conquistare il mondo usando perfino i primi missili (i V1 e i V2 di Von Braun, il quale poi lavorò per la Nasa e fu fondamentale per mandare il primo uomo sulla Luna, tout se tient).

Tuttavia George Lucas (che si fa chiamare «il Creatore»), è stato più furbo: anziché invadere la Polonia, si impuntò per riservarsi i diritti del merchandising, lottando neppure tanto, all'epoca erano considerati «diritti spazzatura», e la Lucasfilm nel giro di pochi anni è diventata una miniera d'oro (infine venduta alla Walt Disney per la modica cifra quattro miliardi). Ultima considerazione: nessuna demonizzazione assoluta del cattivo, il Lato Oscuro della Forza è forse più affascinante di quello chiaro, e nello stesso videogioco si sta una volta con i Ribelli e una volta con l'Impero. Rifletteteci, quando vedete il vostro bambino brandire una spada laser vestito da Hitler.

Pardon, intendevo dire da Darth Vader.

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