Cultura e Spettacoli

"Nel mio concept show spiego il nuovo populismo"

Il rapper consacrato da due concerti tutti esauriti al Forum: "Non canto solo per ragazzini". Sul palco anche J Ax e Noemi. "Omaggio anche il punk ma il centro di tutto sono le parole"

"Nel mio concept show spiego il nuovo populismo"

E poi si è buttato sul pubblico dentro una bolla di plastica trasparente, rotolando fino ad avere il fiatone. Spettacolo dentro lo spettacolone. Raramente un concerto si è rivelato una consacrazione come quello che Fedez ha mandato in scena sabato al Forum di Assago per una spropositata quantità di pubblico anche grazie a un palco stellare al centro della platea: tutto esaurito, quasi quattordicimila persone (replica ieri sera, stessa capienza). È il debutto del Pop-Hoolista Tour, ventun brani per 27 concerti per l'Italia. D'accordo, lui è giudice di XFactor , è un rapper riconoscibile anche perché tatuato da capo a piedi ma a garantire il sold out non sono stati né la fama tv né l'aura glam: è stata quella imponderabile e rara miscela di sensibilità e provocazione che questo venticinquenne esprime al momento giusto nei posti giusti. Rapper di terza generazione (meno integralista, più aperto a contaminazioni pop punk). Abile nelle rime. Pioniere nel rapporto con i media. E, soprattutto, senza filtri: dice quel che pensa e si veste come vuole, anche a rischio di sembrare inopportuno, volgare o piacione. Insomma, un concerto basato su parole chiave: incoerenza, meritocrazia e conformismo, ad esempio. E piace, oddio se piace. Specialmente con uno spettacolo kolossal (ottima la produzione di F&P). E con la voglia di sfottere tutti (dalla D'Urso a Gasparri) senza paura di essere sfottuto (lo sketch travestito da assorbente macchiato è ai limiti dello splatter). Una montagna di idee, una porta aperta per il futuro.

Però, Fedez, questo è più di un concerto.

«Forse si può dire che sia un concept show, il fulcro sono le parole (spesso recitate da Francesco Pannofino) con una cifra ironica e una partenza lenta».

Lenta e pensierosa.

«All'inizio c'è una specie di comizio elettorale nel quale recito alcune battute scritte con il mio grande aiuto Matteo Grandi, quasi fossi un candidato fittizio. Poi ci sono video impertinenti, Rolex con la croce dentro, gigantografie di Fede, Vespa, Belén, persino una specie di santino con il volto di Barbara D'Urso».

Dissacrazione. Ma non solo: anche omaggi. Ai cantautori.

«Tanti cantautori oggi considerati intoccabili, da vivi erano trattati come populisti».

Nel concerto c'è pure un video di Francesco De Gregori, uno non abituato ad apparire troppo.

«Non credevo accettasse la mia proposta ma in pochi giorni mi ha mandato pure questo video in altissima definizione».

Lei ricambierà il favore duettando con lui all'Arena di Verona il 22 settembre.

«E mi piacerebbe che lui scegliesse il brano che vuole condividere con me sul palco».

Fedez, nel suo spettacolo prende in giro tutto sfruttando immagini, fumetti (del grande e da scoprire Dr. Pira), gag e video e poi fa un tributo ai Blink 182, eroi di un pop punk ora marginale. Di tutto un po'. Forse troppo.

«Avrei potuto omaggiare i Beatles o i Rolling Stones o chissà chi altro e la critica avrebbe applaudito a prescindere. Invece me ne sbatto le palle e ho scelto di rendere omaggio a uno dei gruppi che ho ascoltato di più e ha segnato la mia vita, anche se non è certo la più importante della storia».

In effetti le rare sgommate musicali del concerto fuori dai binari rap hanno coordinate pop punk.

«Con J Ax, con il quale ho anche creato l'etichetta Newtopia e che è venuto a trovarmni anche qui al Forum, avevo intenzione di fare un disco “parallelo” proprio di quel tipo di musica. Magari lo faremo».

Magari è troppo vago.

«Se l'artista è incoerente per definizione, il rapper lo è dieci volte di più».

Importante è riconoscerlo.

«Quando ho iniziato, pensavo che avrei fatto tutta la carriera su internet (lui si è fatto conoscere soprattutto grazie al canale YouTube - ndr ). Ma poi mi sono ricreduto: i mezzi tradizionali, come tv o giornali, funzionano ancora».

E pensare che lei è considerato un artista per adolescenti.

«In parte sì, Ma il mio non è uno show soltanto per ragazzini di dieci anni».

È molto di più, garantito.

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