Cultura e Spettacoli

Nobel alla scrittrice anti Putin che smontò l'utopia comunista

Svetlana Aleksievič lottò contro il comunismo. Ma oggi accusa: "Russia nuovo impero del male"

Nobel alla scrittrice anti Putin che smontò l'utopia comunista

Che i Nobel vengano dati più per ragioni politiche che per meriti acquisiti sul campo è cosa nota. L'ultimo caso riguarda il Nobel per la Letteratura, concesso oggi a Svetlana Aleksievič, prima oppositrice del comunismo e ora di Vladimir Putin. In molte occasioni, infatti, la scrittrice ha preso posizione contro il leader russo. Nella presentazione di un suo libro, Tempo di seconda mano, si legge: "Oggi vediamo che aveva ragione Salamov. Nella Russia di Putin viviamo con la mentalità da Lager. Non si parla d’altro che del pericolo che viene da fuori, dal presunto accerchiamento da parte dei nemici esterni e della minaccia che viene da quelli interni. Il lessico è dei tempi del passato". Mentre al Festival di Letteratura di quest'anno ha messo in guardia il mondo da Putin: "Rischio fascismo". Ancora, Svetlana pensa che, sotto la guida dello "zar", "la Russia stia diventando di nuovo l'Impero del Male" e che "e non lo dovessero fermare l'Europa o l'America, Putin potrebbe diventare un mostro". Tra le prime parole pronunciate dalla scrittrice dopo il Nobel, una dura accusa a Putin e alla sua Russia: "Non mi piace questo 84% dei russi che incita ad uccidere gli ucraini, mi piace il mondo russo della letteratura e della scienza ma non rispetto il mondo russo di Putin e di Stalin". E sulla crisi ucraina, la Aleksievič non ha dubbi: "È un’occupazione, un’invasione straniera".

Il premio le è stato assegnato "per la sua opera polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo". Il passato di Svetlana, in Russia, è giudicato oscuro, nonostante lei si sia opposta al comunismo e abbia contribuito a demolirne l'ideologia. La scrittrice, da tempo vive a Parigi, in esilio volontario. Ha deciso di lasciare la Bielorussia perchè si considerava perseguitata dal regime del presidente Aleksandr Lukasenko, che l’accusava di essere un'agente della Cia.

Con le sue opere, tradotte in molte lingue, si è fatta conoscere in tutto il mondo. In Italia le Edizioni e/o hanno pubblicato La guerra non ha un volto di donna, (sulle donne sovietiche al fronte nella seconda guerra mondiale), Ragazzi di zinco (sui reduci della guerra in Afghanistan), Incantati dalla morte (sui suicidi in seguito al crollo dell’Urss) e Preghiera per Cernobyl (sulle vittime della tragedia nucleare). Nel 2014 Bompiani ha pubblicato Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo.

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