Cultura e Spettacoli

"Le opere d'arte? Inutili come i fiori"

Una teoria estetica in poche righe

Presentiamo qui di seguito per la prima volta in italiano due lettere di Oscar Wilde comprese nel volume "Le lettere complete" che l'editore Il Saggiatore manderà nelle librerie a fine novembre, curate da Silvia De Laude e Luca Scarlini. La prima è dedicata al valore dell'arte, la seconda, indirizzata a un reverendo, tratta dei funerali sobri.

A Bernulf Clegg

Mio caro signore,
l'arte è inutile perché il suo scopo è creare un'atmosfera. Ciò non significa, comunque, voler istruire qualcuno o orientarne l'azione. Essa è superbamente sterile e la nota del piacere è la sterilità. Se la contemplazione dell'opera d'arte è seguita da un'attività di qualsiasi tipo, o si tratta di un lavoro di second'ordine o lo spettatore non è riuscito a realizzare una completa impressione d'arte. Un'opera d'arte è inutile come un fiore. Un fiore fiorisce per la propria gioia. Noi, guardandolo, abbiamo un momento di gioia. Tutto quello che possiamo dire sulla nostra relazione con i fiori. Il fiore lo possiamo vendere, ovviamente, ma questo non ha niente a che vedere con lui. Non fa parte della sua essenza; è una cosa accidentale. Un abuso. Tutto questo temo sia molto oscuro. Purtroppo l'argomento è molto complesso.

Sinceramente suo
Oscar Wilde

AL REV. J. PAGE HOPPS

Caro Mr Hopps,
sono spiacente di doverle comunicare che sono relegato in casa con un bruttissimo raffreddore, preso tenendo una conferenza nel Lincolnshire in una bufera di neve, e che il mio dottore non mi permette di viaggiare. Col più grande rammarico sono costretto a rinunciare al nostro incontro previsto per domani, anche se l'argomento mi sta molto a cuore. L'attuale stile di sepoltura e lutto, mi sembra, rende grottesco il dolore e trasforma il compianto in una pochade. Ogni riforma che lei possa portare in queste usanze, sarà di importanza capitale. L'attuale ostentazione e stravaganza dei riti funebri male si accorda con i veri sentimenti di coloro alla cui porta ha bussato l'Angelo della morte. La cerimonia con cui prendiamo congedo da chi abbiamo amato deve essere nobile nel suo significato ma semplice nella sua sincerità. Il funerale di Ofelia non mi sembra un «rito dimezzato», se si pensa ai fiori sparsi sulla sua tomba. Mi dispiace enormemente di non poter ascoltare i suggerimenti che saranno avanzati a questo proposito nella vostra riunione. Ho sempre ritenuto che la bara debba essere trasportata privatamente e di notte nella cappella del cimitero, e che lì quelli che piangono il morto si incontrino il giorno seguente. Così si eviterebbe la processione per le strade, dato che la pubblicità dei funerali è la vera causa del loro alto costo. Quanto all'abbigliamento, considero il bianco e il viola segni di lutto, e non soltanto il nero soltanto, specialmente nel caso di bambini. L'usanza di portare fiori sulla tomba è ora quasi universale. È bella nel suo simbolismo, ma non posso impedirmi di pensare che le costose ed elaborate composizione dei fiorai siano spesso assai meno belle di qualche fiore sparso portato in mano. Molti altri argomenti avrei desiderato ascoltare, e su uno di questi avevo sperato di aver l'onore di parlare. Intendo dire l'espressione del dolore nell'arte. Le urne, le piramidi, i finti sarcofagi - brutta eredità del diciottesimo secolo - non hanno significato finché non bruciamo o imbalsamiamo i nostri morti. Se ci devono essere dei monumenti funebri, modelli superiori si possono trovare nelle belle croci dell'Irlanda, come quella di Monasterboice, o nei delicati bassorilievi delle tombe greche. Se quest'arte è davvero necessaria, dovrebbe riguardare più i vivi che i morti - dovrebbe essere più nobile simbolo e guida dei viventi che inutile panegirico degli scomparsi. Se un uomo ha bisogno di un'elaborata pietra tombale per essere ricordato dal suo paese, è segno che la sua vita è stata superflua. La tomba di Keats è un tumulo di erba verde con una stele semplicissima, ed è per me l'angolo più sacro di Roma. C'è nell'Abbazia di Westminster un ammiraglio imparruccato in camicia da notte sospinto in cielo da due cherubini ululanti, che è tra i migliori esempi di ostentata preziosità.

La prego di comunicare al comitato della società il mio sincero rammarico di non poter essere presente, e il mio sincero augurio per il successo del vostro movimento.

Mi creda sinceramente suo
Oscar Wilde

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