Economia

Dainese, la crisi frena i conti: produzione trasferita in Tunisia

BILANCI Il 2008 era già stato duro, con utili calati a 700mila euro. Nel 2009 ricavi in flessione del 25%

Per quasi 40 anni ha protetto i motociclisti, diventandone l’angelo custode. Quando l’innovazione è il mezzo per aumentare il grado di sicurezza di chi sta in sella. Unita al design, timbro inequivocabile di un prodotto chiaramente made in Italy. Fin da quel diavolo rosso stilizzato. Ma la crisi non risparmia neppure le imprese d’eccellenza del ricco Nord-Est: e così, dopo le bandiere a scacchi delle vittorie ottenute in pista e nei bilanci, Dainese è costretta ora ad alzare bandiera bianca.
Dallo storico stabilimento di Molvena (Vicenza) fondato nel 1972 da Lino Dainese, la cui avventura imprenditoriale cominciò con la fattura semi-artigianale di pantaloni di pelle da motocross, non usciranno più le tute rese celebri da campioni come Giacomo Agostini, Barry Sheene e Valentino Rossi. L’azienda ha infatti deciso di delocalizzare interamente la produzione in Tunisia, dove è già operativo un impianto con 500 addetti, e di trasformare lo storico stabilimento in un quartier generale dedicato alla progettazione e allo sviluppo di nuovi prodotti. Si tratta di una decisione non indolore: in base all’intesa raggiunta con i sindacati, 120 dipendenti saranno messi in cassa integrazione, per giungere a 80 esuberi. Il tutto con incentivi per riqualificare il personale.
I bilanci di Dainese, d’altra parte, non lasciavano alternative. L’azienda aveva già chiuso il 2008 con forti segni di frenata: a fronte di un fatturato di 105 milioni di euro, gli utili si erano prosciugati fino a scendere a 700mila euro, con oltre 33 milioni di indebitamento. Le prime cifre che filtrano sui conti 2009 segnalano un giro d’affari decurtato del 25%, speculare all’andamento recessivo accusato dal mercato delle motociclette di grossa cilindrata, il segmento dove l’impresa veneta conta da sempre i maggiori clienti.
Fino a circa tre anni fa, le prospettive erano ben più rosee. Nel 2007 l’azienda puntava a superare i 150 milioni di ricavi. Era il periodo in cui i vicentini compravano Aig, storica azienda italiana di caschi da moto (quelli indossati da Agostini negli anni ’60) finita nelle mani dei belgi di Imag. Un’acquisizione in sintonia con lo slogan di sempre: «Proteggere l’uomo dalla testa ai piedi nella pratica di sport dinamici». Grazie al costante investimento del 10% del fatturato in ricerca e sviluppo, dalle linee di produzione Dainese sono usciti negli anni dai primi paraschiena (1978), alle knee sliders (1980), le ginocchiere rinforzate per le «pieghe» sull’asfalto; e, ancora, la «gobba» aerodinamica (’86), i guanti in carbonio e kevlar (’95), fino all’air-bag per moto (2007).

Ora, dopo aver protetto gli altri, Dainese cerca di salvare se stessa.

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