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Deputato pd dà ragione a un senatore leghista: ma il partito blocca il suo emendamento

RomaUn senatore leghista, un deputato del Pd e l’emendamento scomparso. Mario Pittoni (Lega) e Stefano Esposito (Pd) formano la strana coppia di alleati che ha messo a nudo le contraddizioni della sinistra, approdate alla censura di un emendamento dello stesso Esposito da parte del suo partito. La questione è quella ingarbugliatissima delle graduatorie per i precari che vede contrapposti due fronti: i sostenitori dell’inserimento in coda in caso di cambio di provincia, ovvero in fondo senza tenere conto del punteggio, e quelli dell’inserimento a pettine, tenendo conto del punteggio e dunque scavalcando chi si trova già in graduatoria e credeva di aver il posto assicurato. Battaglia combattuta a suon di decreti e sentenze della Consulta. Va sottolineato che era stato il ministro del governo Prodi, Giuseppe Fioroni, a stabilire per primo l’inserimento nelle graduatorie dei precari in coda fino ad esaurimento. Peccato però che quando questo principio è stato applicato dal ministro, Mariastella Gelmini, contro di lei si sono scagliati i fulmini del Pd e della Cgil che hanno definito il provvedimento «razzista» e «leghista» perché sfavorirebbe gli insegnanti meridionali, in quanto di solito i posti scoperti sono molti di più al nord. La sentenza della Consulta, che ha definito incostituzionale non considerare il punteggio, ha complicato ulteriormente le cose. Per questo motivo Pittoni ha proposto un emendamento al decreto sullo sviluppo che prevede un bonus di 40 punti per chi non si sposta dalla graduatoria della sua provincia in modo, aveva spiegato, «da garantire la continuità didattica» e non penalizzare «chi aveva fatto una scelta precisa nel 2007 in base alla legge Fioroni e ora si vedrebbe ingiustamente scavalcato».
Idea pienamente condivisa, se pure in contrasto con la linea del suo partito, da Stefano Esposito. «Ho ascoltato le ragioni di tutti e mi sono convinto del fatto che hanno ragione quelli che sostengono l’inserimento in coda - dice Esposito -. Sono d’accordo sulla proposta del bonus. Dire che è una proposta leghista o razzista è una stronzata». E così l’onorevole Pd ha preparato un emendamento analogo a quello di Pittoni chiedendo ai suoi colleghi di depositarlo insieme agli altri, nonostante fosse in contrasto con la linea del partito. Indovinello: è stato depositato l’emendamento? Ovviamente no. E sul blog di Orizzonte scuola è apparsa la laconica spiegazione di Donata Lenzi, coordinatore area cultura del Pd: «A verifica nessun emendamento Esposito risulta depositato, in quanto non corrisponde in nulla alla posizione del Pd più volte illustrata dai responsabili scuola dalla capogruppo». Ovvero niente emendamenti fuori dalla linea del partito. E meno male che si chiama democratico. Esposito comunque promette di tenere duro. «Voterò l’emendamento Pittoni in aula anche se in contrasto con le indicazioni di partito.

E non sarò il solo a votarlo nel Pd».

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