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Quel dialogo dietro le stoccate: così il governo affronta la bocciatura

Dopo la bocciatura Ue, il governo tiene il punto sulla manovra. Ma il confronto resta aperto. E sabato Conte va da Juncker

Quel dialogo dietro le stoccate: così il governo affronta la bocciatura

"La manovra non cambia" è il mantra del governo. Pure dopo l'ufficializzazione da parte dell'Europa dell'avvio dell'iter che porterà a una procedura di infrazione per debito eccessivo.

Anche oggi le stoccate tra i ministri italiani e i commissari europei non sono mancate. Con Matteo Salvini che aspetta "pure la lettera di Babbo Natale" e che "chiede rispetto per il Popolo Italiano, visto che paghiamo ogni anno almeno 5 miliardi in più di quello che ci torna indietro". E con il premier Conte che non ha "nessuna intenzione di ritoccare le cifre sul rapporto deficit/pil al 2,4%".

Ma, nonostante i proclami, il dialogo con l'Europa non sembra affatto chiuso. Del resto sabato lo stesso Giuseppe Conte andrà da Jean-Claude Juncker per tentare ancora la mediazione. "Ci serve un segnale da parte dell'Europa", sarebbe l'obiettivo, "Basta che Juncker ribadisca che i fondamentali dell'Italia non si discutono, che i conti pubblici vanno bene". Resta insomma sul tavolo il piano di ridurre il debito di decine di miliardi. Puntando soprattutto sulla dismissione di beni dello Stato e coinvolgendo la Cassa depositi e prestiti. Poi il premier incontrerà anche gli altri leader europei - Angela Merkel in testa - per convincerli della bontà della legge di bilancio, prima che si esprimano sul parere pubblicato oggi dalla Commissione.

Sul tavolo restano reddito di cittadinanza e quota 100 (anche se Tria starebbe pensando a un modo per evitare che finiscano nel mirino dell'Ue), ma il governo vuole dimostrare - cifre alla mano - l'impatto positivo che la manovra e le altre riforme messe in piedi avranno sulla crescita del Paese.

"Sia noi che l’Europa vogliamo la stessa cosa: ridurre il debito e l’Ue si convincerà che, per raggiungere l'obiettivo, abbiamo scelto l'unica strada che funziona", sostiene Luigi Di Maio. Mentre Giovanni Tria assicura "l'impegno a continuare il dialogo con la Commissione alla ricerca di una soluzione condivisibile nell'interesse reciproco".

E pure Matteo Salvini, nonostante tutto, conferma la volontà di dialogo e si dice "disponibilissimo a ragionare con tutti, con Moscovici e Juncker". A patto che resti "il principio guida, di investire sul lavoro, sulle pensioni, sul reddito".

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