Difesa

"200 droni marini per l'esercito". Lo scudo contro l'invasione cinese

Le forze armate di Taiwan starebbero pensando di acquistare un'ingente quantità di droni marini per rafforzare le proprie difese. In fase di produzione anche molteplici navi e imbarcazioni

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"200 droni marini per l'esercito": lo scudo contro l'invasione cinese

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Taiwan continua a rafforzare le proprie difese militari nel tentativo di prevenire un'eventuale offensiva cinese. L'ultima mossa che starebbe pensando di intraprendere l'esercito di Taipei coinciderebbe con l'acquisto di 200 droni marini da portare a termine dopo che l'Istituto di Scienza e Tecnologia di Chungshan avvierà la loro produzione di massa nel 2026. L'istituto in questione ha infatti spiegato di star sviluppando velivoli Uav armati con moduli sonar, radar e altre armi, che potrebbero essere utilizzati come imbarcazioni multiuso senza equipaggio in grado di eseguire missioni di difesa costiera, attacchi e rilevamento di sottomarini nemici e mine.

I droni di Taiwan

Drone è una delle parole chiave più in voga a Taiwan. Le forze terrestri e la marina dell'isola, ha spiegato il Taipei Times, avrebbero non a caso espresso interesse per il programma di imbarcazioni senza equipaggio dell'istituto di Chungshan, e stimano che potrebbero arrivare ad utilizzare fino a 200 di questi droni marini. In generale, l'esercito ritiene che Uav del genere riuscirebbero a contrastare o scoraggiare le navi da guerra e i mezzi da sbarco della Marina dell'Esercito popolare di liberazione cinese.

Nel frattempo, la marina ritiene di poter utilizzare gli stessi droni per effettuare raid contro le eventuali imbarcazioni nemiche, nonché di migliorare la portata limitata degli stessi mezzi. I droni marini, principalmente quelli carichi di esplosivi per colpire obiettivi, sono ampiamente utilizzati dalle forze armate ucraine contro i russi. Uno di questi velivoli senza pilota, tra l'altro, avrebbe persino colpito e affondato la Sergey Kotov. Il governo taiwanese starebbe quindi prendendo appunti dal fronte Ucraina.

Il rafforzamento militare di Taipei

Non solo droni ma anche navi. Non è un caso che l'attuale presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen e il vicepresidente William Lai, che a breve diventerà leader dell'isola, abbiano recentemente partecipato ad una cerimonia che ha segnato la consegna e il battesimo delle navi pattuglia d'altura da 4.000 tonnellate di classe Chiayi della guardia costiera, la Yunlin e la Taipei. Stiamo parlando rispettivamente della terza e quarta nave della loro classe, una nave di tipo cutter che disloca 5.000 tonnellate, completamente equipaggiata con razzi da 70 mm, cannoni da 20 mm, cannoni ad acqua, un eliporto e un ospedale da campo.

I media locali hanno interpretato la presenza di Tsai e Lai alla cerimonia come una mossa per sollevare il morale tra gli ufficiali della guardia costiera in mezzo al furore politico che ruotava attorno al ribaltamento, il mese scorso, di una barca cinese che tentava di eludere la guardia costiera al largo della contea di Kinmen.

La costruzione delle navi pattuglia – che hanno dato impulso al settore della costruzione navale locale, all'economia e alle capacità della guardia costiera – fa in ogni caso parte del programma di costruzione navale locale promosso da Taipei. La produzione di questi mezzi, hanno spiegato Tsai e Lai, è fondamentale per trasmettere al mondo l’impegno di Taiwan nella salvaguardia della libertà e della democrazia. Ricordiamo che il governo taiwanese ha stanziato 1,4 miliardi di dollari per la citata iniziativa volta a rilanciare l'industria cantieristica locale e rafforzare la capacità di pattugliamento marittimo di Taiwan.

Secondo l’Ocean Affairs Council, nell’ambito dell’iniziativa, avviata nel 2018, entro il 2027 verranno costruite complessivamente 141 navi della guardia costiera.

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