Difesa

L'ordine poi il decollo in “alpha scramble”: così gli F-35 italiani hanno intercettato i russi

Il Baltico è uno dei settori più caldi del confronto tra Russia e Nato. L'Alleanza ne difende i cieli con le missioni di Air Policing ed Eva: ecco come funzionano

L'ordine poi il decollo in “alpha scramble”: così gli F-35 italiani hanno intercettato i russi

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L'ordine poi il decollo in “alpha scramble”: così gli F-35 hanno intercettato i caccia russi

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La regione del Baltico è, insieme a quella del Mar Nero e all'Artico, una terra di confine tra la Russia e il blocco Nato. L'ingresso della Finlandia nell'Alleanza Atlantica – e in prospettiva quello della Svezia – ha trasformato quello specchio d'acqua in un “lago Nato” circondando definitivamente l'exclave russa di Kaliningrad e la regione di San Pietroburgo.

Come funziona l'Air Policing Nato

Il confronto tra Russia e Alleanza Atlantica in quella regione, così come nelle altre già citate, è affidato principalmente ad azioni aeronavali e in particolare i velivoli delle due parti sono molto attivi nella difesa dei rispettivi spazi aerei e nel “sondaggio” delle difese avversarie. La Nato, dagli anni '50, ha in essere una missione rivolta alla protezione dello spazio aereo di quei membri dell'Alleanza che non sono dotati di un'efficace aviazione militare o comunque che richiedono assistenza a tale scopo: l'Air Policing.

L’attività di Air Policing è condotta in tempo di pace e consiste nella continua sorveglianza e identificazione di tutte le violazioni all’integrità dello spazio aereo dell’Alleanza Atlantica alle quali si fa fronte prendendo le appropriate azioni utili a contrastarle. Nel 2014, in occasione del vertice del Galles, la Nato ha deciso un potenziamento di tali attività – la cosiddetta enhanced Air Policing – a favore dei Paesi membri del fianco orientale che non dispongono di capacità di difesa aerea sufficienti per affrontare un’eventuale minaccia avversaria come la Romania o i Paesi Baltici, questi ultimi totalmente privi di velivoli atti allo scopo.

Le operazioni italiane

Nel quadro di questa missione, l'Aeronautica Militare Italiana ha schierato in Polonia, presso la base aerea di Malbork, cacciabombardieri di quinta generazione F-35A provenienti dal 32esimo Stormo di Amendola (Fg) e dal Sesto Stormo di Ghedi (Bs). Il 21 settembre la forza armata ha comunicato che una coppia di F-35 è decollata in “alpha scramble per intercettare due velivoli russi che sono entrati nella Adiz (Air Defence Identification Zone) dell'Alleanza. I nostri caccia hanno scortato i due intrusi, che si sono rivelati essere due Sukhoi Su-30, al di fuori dello spazio aereo di competenza dell'Alleanza assicurandosi che facessero ritorno verso la Federazione Russa.

Si è trattato del primo “alpha scramble” per i nostri F-35 durante questa missione che è solo una delle tante che l'Aeronautica Militare Italiana effettua lungo il fianco orientale dell'Alleanza e non solo. I nostri velivoli, F-35 ed Eurofighter “Typhoon” sono stati schierati in Islanda, nei Paesi Baltici e in Romania diverse volte nel corso degli anni.

Il decollo in “alpha scramble”

Un “alpha scramble” è un decollo su allarme dei velivoli tenuti in elevata prontezza operativa (Qra – Quick Reaction Alert) per intercettare un velivolo che non ha comunicato piano di volo e viaggia con transponder spento. Uno scramble di questo tipo non riguarda necessariamente l'intercettazione di un velivolo militare intruso, ma anche un qualsiasi aeromobile civile che, ad esempio, non risponde alle comunicazioni del controllo del traffico aereo (per problemi radio) o che assume un atteggiamento “sospetto”, cambiando vistosamente rotta, quota o velocità senza autorizzazione. Il decollo su allarme può anche essere simulato per testare l'efficienza di piloti e velivoli, in questo caso prendo il nome di “tango scramble”.

Con l'avvio della crisi ucraina, la Nato ha disposto anche missioni di Enanched Vigilance Activity (Eva) lungo il fronte orientale, ovvero il pattugliamento pressoché costante dei cieli. Tale attività è stata ad esempio svolta dalla nostra forza aerea in Romania immediatamente al termine dell'Air Policing lo scorso anno e tale impegno dell'Aeronautica Militare prosegue ove e quando richiesto dall'Alleanza.

Il via libera dalla Germania

Tornando al decollo su allarme della scorsa settimana, l'Aeronautica Militare precisa in una nota che “lo scramble è stato ordinato dal Combined Air Operations Centre di Uedem in Germania, l’ente di controllo della Nato che ha il compito di controllare e vigilare su tutte le tracce radar i velivoli sospetti che si avvicinino o che tentino di entrare nello spazio aereo protetto dall’Alleanza Atlantica senza le dovute autorizzazioni.

L’Air Shielding, di cui è parte integrante il dispositivo permanente di Air Policing, è una missione di difesa collettiva a guida Nato e gestita dall’Allied Air Command di Ramstein (Germania) che viene condotta senza soluzione di continuità 365 giorni all’anno”. Una curiosità per gli appassionati: anche i nostri F-35A presenti a Malbork montano sulla fusoliera le cosiddette “lenti di Luneburg” ovvero delle piccole “protuberanze” che aumentano la segnatura radar dei velivoli stealth.

Questo accorgimento serve a non svelare ai tecnici radar russi il vero livello di furtività dei cacciabombardieri di sesta generazione.

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