Difesa

Bombardieri Usa in volo: così la "Bomber Task Force" avverte l'Iran (e non solo)

Nuova esercitazione, programmata da tempo, dei bombardieri B-1B Lancer, e che ha coinvolto i comandi di Europa, Africa e Medio Oriente. Pochi giorni fa erano atterrati anche in Turchia

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L'aviazione degli Stati Uniti continua a muovere i suoi bombardieri strategici B-1B Lancer. Ieri, le forze armate Usa hanno comunicato l'esito positivo dell'ultima esercitazione - pianificata da tempo - che ha coinvolto i comandi di Africa, Europa e Medio Oriente. Una missione addestrativa che, a detta del tenente generale Johnny Lamontagne, dimostra la "capacità degli Stati Uniti di proiettare rapidamente potenza e un segnale del nostro impegno duraturo nei confronti dei nostri alleati e partner".

Non è la prima volta che i bombardieri strategici Usa eseguono questo tipo di operazioni. Un continuo lavoro di addestramento che conferma però come gli Stati Uniti abbiano pieno interesse non solo a mostrare le proprie capacità nei confronti degli alleati, ma anche quella proiezione di forza utile nei contesti dove lo scontro tra potenze e superpotenze si fa sempre più ampio. La scelta di esercitarsi anche su un livello globale, quindi evidenziando la possibilità di Washington si schierare i proprio B-1B su fronti anche distanti e in una situazione di emergenza.

La parola d'ordine, mostrata anche dall'aviazione Usa, è quello di "flessibilità". Un concetto particolarmente importante anche alla luce della situazione in Medio Oriente, dove negli ultimi giorni è stato segnalato anche un raro dispiegamento di questo tipo di bombardieri strategici in Turchia. Gli aerei, come affermato dal portale Al Monitor, sono stati schierati nella base di Incirlik per un'esercitazione programmata da tempo e che si è concentrata anche sulle manovre di rifornimento. Tuttavia, molti osservatori hanno anche segnalato la curiosa tempistica di questo tipo di addestramento nel pieno della guerra tra Israele e Hamas, con l'Iran a essere il grande rivale americano nella regione, e mentre Washington prova a rafforzare e rendere sempre più stretti i legami strategici con Ankara.

Il governo turco si è affrettato a smentire qualsiasi legame con la guerra in corso. Stessa cosa ha fatto il Pentagono, che attraverso il proprio portavoce ha ricordato come la missione Bomber Task Force nulla abbia a che vedere con la conflittualità nella regione. Ad alcuni però non è sfuggita la coincidenza di questa esercitazione con l'arrivo in Turchia, il giorno dopo, del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian. Negli stessi giorni era atteso nel Paese il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, e non a caso centinaia di manifestanti pro Palestina hanno tentato di entrare nella base di Incirlik, fermati dalla polizia turca in assetto antisommossa. Inoltre, in Medio Oriente le basi Usa sono da tempo oggetto non solo di minacce, ma anche di veri e propri attacchi con i droni da parte di milizie filoiraniane, che si sono attivate in concomitanza con la crisi della Striscia di Gaza.

La capacità di manovra dei bombardieri strategici B-1B è un segnale che può comunque rappresentare anche una dimostrazione di forza nei confronti degli avversari.

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