Guerra in Ucraina

Dalle navi da guerra ai droni: che fine ha fatto la marina ucraina?

La marina militare ucraina è basata quasi esclusivamente su unità sottili e per questo deve utilizzare tattiche particolari. Come opera quello che è rimasto della forza marittima di Kiev? Che tipo di mezzi ha in servizio?

La corvetta Ivan Mazepa in Turchia. Foto: Governo ucraino.
La corvetta Ivan Mazepa in Turchia. Foto: Governo ucraino.

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Dalle navi da guerra ai droni: che fine ha fatto la marina ucraina?

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La notizia della distruzione di una nave da sbarco anfibio e di un sottomarino russi nel porto di Sebastopoli ad opera di un attacco missilistico ucraino ha puntato i riflettori sulla Flotta russa del Mar Nero e sulla sua capacità di operare dopo quest'azione.

Al di là della perdita delle due unità, il vero colpo alla flotta di Mosca è stata la messa fuori uso di un bacino di carenaggio: la Russia, infatti, in quel mare ha la possibilità di effettuare riparazioni solo a Sebastopoli in quanto l'altra unica base navale, quella di Novorossiysk, non possiede installazioni adeguate allo scopo. Ma che fine ha fatto la marina ucraina e come sta operando dall'inizio del conflitto?

La flotta distrutta

Kiev già prima dello scoppio del conflitto non schierava molte unità navali da guerra di grosso tonnellaggio, affidandosi invece a pattugliatori di piccole dimensioni e a una serie di altre unità sottili come motomissilistiche e motocannoniere.

L'attacco russo ha quasi da subito eliminato dai registri navali ucraini l'unica fregata di cui poteva disporre: la “Hetman Sahaydachniy” della classe Krivak III (di fabbricazione sovietica), che sembrerebbe essere stata affondata dal suo stesso equipaggio il 28 febbraio per evitarne la cattura nel porto di Mykolaiv.

Quest'unità era la nave ammiraglia della piccola flotta ucraina, che durante la guerra ha subito altre perdite per azione russa: 24 unità sottili, tra pattugliatori costieri e motocannoniere di varie classi sono state perse dalla marina ucraina. Andata a fondo anche la “Donbass” (codice identificativo U-500), una nave comando della classe Amur ad aprile dello scorso anno.

Quali navi restano a Kiev

Attualmente Kiev può disporre solo di unità navali più piccole, le quali sono state consegnate anche dagli alleati occidentali (in particolare dagli Stati Uniti).

Nello specifico sono in servizio una motomissilistica classe Matka, tre pattugliatori classe Island, quattro classe Gyurza-M, una classe Zhuk, undici classe Sea Ark Dauntless, quattro mezzi da sbarco di vario tipo (tra cui spicca una vecchia classe Polnocny-C risalente alla Guerra fredda), un'unità posa mine e due cacciamine e un numero imprecisato di gommoni dallo scafo rigido (Rhib – Rigid Hull Inflatable Boat) ma che si ritiene si aggiri intorno a un centinaio.

La flotta di Kiev può contare anche su vascelli per la ricerca e il soccorso, per il supporto all'attività subacquea, per la raccolta di dati di intelligence e su piccoli pattugliatori portuali/fluviali.

I droni usati nel Mar Nero

Ovviamente, come ha dimostrato il conflitto in corso, la marina ucraina utilizza anche droni di superficie (o Usv – Unmanned Surface Vehicle) capaci di effettuare attacchi suicidi. Si tratta di naviglio sottile fabbricato in loco (dislocamento stimato di 1,8 tonnellate) che è stato utilizzato in più di un'occasione anche per effettuare attacchi al lontano porto russo di Novorossiysk, dove risulta siano stati spostati i sottomarini classe Kilo proprio per sottrarli all'azione ucraina, e dove hanno colpito una nave da sbarco anfibio classe Ropucha.

Proprio l'inadeguatezza dei mezzo in possesso di Kiev per contrastare la Flotta russa del Mar Nero sin dall'inizio del conflitto ha imposto una tattica “mordi e fuggi” che ha sfruttato al meglio le unità sottili, spesso impiegate col supporto dell'aviazione, degli Uav (Unmanned Air Vehicle) tipo Bayraktar TB2 operati proprio dalla marina ucraina, e con missili da crociera antinave (come i locali “Neptun” o i britannici “Harpoon”).

Queste unità sottili sono state usate intensamente durante l'azione che ha portato alla liberazione dell'Isola dei Serpenti lo scorso anno e nell'attività di interdizione marittima davanti alle coste ucraine, costringendo la flotta russa a restare “fuori tiro” e a lanciare i missili da crociera per attacco terrestre da distanza di sicurezza.

Il colpo più grande messo a segno dalla marina ucraina è però l'affondamento della nave ammiraglia della Flotta Russa del Mar Nero, l'incrociatore “Moskva” della classe Slava. Quest'azione è stata condotta saturando le difese della nave con un attacco di Uav e colpendola con almeno un missile da crociera antinave.

La marina ucraina ha anche supportato azioni di disturbo alle installazioni petrolifere offshore situate tra la Crimea e Odessa, nonché riteniamo che abbia usato alcune unità più grandi per mettere a mare gli Usv usati nei vari attacchi ai porti russi.

L'Ucraina però ha ordinato unità maggiori per la sua flotta: la Turchia ha ricevuto l'ordine per due corvette antisom classe Ada, la cui prima unità, la “Hetman Ivan Mazepa” è stata varata a ottobre del 2022.

Kiev aveva pianificato anche la costruzione di altre 4 fregate leggere multiruolo (da circa 2600 tonnellate di dislocamento), che sono state bloccate dapprima dal colpo di mano russo in Crimea e successivamente dall'attuale conflitto.

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