Difesa

Unifil, chi sono e cosa fanno i soldati italiani schierati in Libano

Tra Libano e Israele è presente una forza di interposizione dell'Onu composta anche da soldati italiani: Unifil

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Mentre nella regione del Levante la tensione si diffonde a macchia d'olio dopo il conflitto tra Hamas e Israele ai confini della Striscia di Gaza, Hezbollah, il “partito di Dio” sciita in Libano, sembra voler approfittare di questo momento di difficoltà di Tel Aviv per colpire le forze israeliane nel nord del Paese.

Tra Libano e Israele, però, è presente una forza di interposizione Onu (Unifil - United Nations Interim Force in Lebanon) che vede la presenza di uomini e mezzi delle forze armate italiane: dal primo novembre 2006, infatti, il nostro Paese contribuisce con uomini e mezzi al mantenimento del cessate il fuoco tra le parti.

Attualmente la missione vede l'impiego complessivo di 1169 soldati (livello massimo), 388 mezzi terrestri, un'unità navale e sette aeromobili per una spesa totale annuale di quasi 150 milioni di euro. Oltre a questa, l'Italia ha una propria missione dedita all'addestramento delle forze di sicurezza libanesi stipulata bilateralmente (Mibil) che conta 190 soldati (livello massimo) e si appoggia a una unità navale e un aeromobile che costa annualmente quasi 12 milioni di euro.

Tornando a Unifil, la missione “Leonte” delle nostre forze armate ha il compito, dietro mandato delle Nazioni Unite, di monitorare la cessazione delle ostilità, e ha permesso di accompagnare e sostenere le Lebanese Armed Forces (Laf) nel loro rischieramento nel sud del Paese nonché aver coordinato il ritiro delle Idf (Israeli Defence Forces) dai territori libanesi occupati ed il ridispiegamento delle Laf negli stessi territori una volta lasciati liberi dagli israeliani.

La missione ha dato la propria assistenza per aiutare ad assicurare un corridoio umanitario alla popolazione civile ed ai volontari ed è ora deputata a prevenire la ripresa delle ostilità, mantenendo tra la Blue Line e il fiume Litani una area cuscinetto libera da personale armato, assetti ed armamenti che non siano quelli del Governo libanese e di Unifil assicurandosi che la sua area di operazioni non sia utilizzata per azioni ostili di ogni tipo.

I militari di “Leonte” possono reagire con la forza a tentativi di impedire l'assolvimento del proprio compito sotto il mandato del Consiglio di Sicurezza, per proteggere il personale Onu, le infrastrutture, le installazioni e gli equipaggiamenti, per garantire la sicurezza e la libertà di movimento del personale dell'Onu e delle organizzazioni umanitarie, e senza pregiudizi verso la responsabilità del Governo del Libano, per proteggere i civili da imminenti minacce di violenza fisica.

Attualmente Unifil continua a monitorare il rispetto del cessate il fuoco ed il rispetto della Blue Line attraverso, pattugliamenti, osservazione da posti fissi, realizzazione di check-point, pattugliamenti marittimi e mantenendo il collegamento con le Forze Armate libanesi.

Dal 2 agosto 2023 il generale di Brigata Giovanni Brafa Musicoro è al comando del Settore Ovest di Unifil e della Joint Task Force italiana in Libano, principalmente composta da militari della Brigata “Granatieri di Sardegna”.

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